Comune della Sardegna (208,2 km2 con 25.941 ab. nel 2020), capoluogo fino al 2016, con Carbonia, della provincia di Carbonia-Iglesias, e dallo stesso anno appartenente alla provincia del Sud Sardegna. Si trova a 10 km dalla costa occidentale della Sardegna e a 200 m s.l.m. Industrie estrattive (piombo, zinco, piriti), meccaniche e delle calzature.
Sorse nel periodo delle incursioni musulmane e acquistò importanza nella seconda metà del 13° sec. per le attigue miniere. Dopo il 1258 fu sotto la dominazione dei Della Gherardesca conti di Donoratico, che ne favorirono lo sviluppo comunale. Nel 1324 fu conquistata dagli Aragonesi che la fortificarono, facendone il principale punto di appoggio degli attacchi contro Cagliari. Il fiorente sviluppo commerciale di I. fu interrotto nel 14° sec. dagli attacchi dei giudici di Arborea e nel 16° sec. dalle incursioni barbaresche, che determinarono l’abbandono delle miniere.
Da I. prende nome l’Iglesiente, regione montuosa della Sardegna sud-occidentale, compresa tra la pianura del Campidano e il mare fra il Capo della Frasca a N e il Capo Teulada a S. Questo territorio, geograficamente ben definito, è diviso in due settori dalla valle del fiume Cixerri a E e da quella del fiume Flumentepido a O; la parte meridionale ha l’antico nome di Sulcis; la settentrionale è quella cui i geologi danno propriamente il nome di Iglesiente, comprendendovi anche il Fluminese e l’Arburese. Nell’uso comune, però, per Iglesiente s’intende il territorio di I. e paesi circostanti. Geologicamente la parte più antica del complesso montuoso è di età paleozoica ed è formata da scisti, da calcari associati a dolomie e da arenarie del Cambriano medio. L’ Iglesiente è stato uno dei più notevoli distretti minerari italiani per il piombo e lo zinco (miniere di Monteponi, San Giovanni di Monte Agrusciau, Masua, Malacalzetta ecc.). Nel territorio di Gonnesa ha inizio la zona carbonifera che ha la sua massima estensione nel Sulcis. Accanto alle miniere sorgono complessi metallurgici, a Porto Vesme una centrale termoelettrica. Negli ultimi decenni, la crisi dell’attività estrattiva ha causato problemi occupazionali. Le valli profonde, incise da corsi d’acqua, favoriscono l’agricoltura (ulivo, mandorlo, vite e agrumi), mentre nelle zone più elevate predominano i boschi spontanei.