• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

intellettuali

di Bruno Bongiovanni - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
  • Condividi

intellettuali

Bruno Bongiovanni

Produrre e trasmettere il sapere

Il termine intellettuali, a partire dall'Ottocento, ha indicato l'insieme di coloro i quali svolgono una professione di tipo culturale (studiosi, scrittori, e così via). Nel corso del Novecento gli intellettuali si sono spesso impegnati direttamente in politica, dando luogo alla figura dell'intellettuale militante. Secondo alcuni, però, l'intellettuale e il politico sono due professioni completamente diverse, per vocazione e per metodo, e mescolarle significa mettere in pericolo l'autonomia critica del sapere

Due accezioni del termine

L'uso corrente di un termine per indicare il particolare ceto sociale degli intellettuali risale alla metà dell'Ottocento, quando il romanziere russo Pëtr Boborykin introdusse il termine intelligencija, quasi contemporaneamente diffuso e reso celebre dallo scrittore russo Ivan Turgenev. Con questa parola si intendeva un vero e proprio gruppo sociale separato dal resto della popolazione e composto da professionisti il cui reddito e il cui prestigio derivavano sostanzialmente dalla produzione e dalla trasmissione del sapere.

Una seconda accezione del termine emerse invece nel 1898 grazie al Manifeste des intellectuels, pubblicato in Francia dal quotidiano parigino L'aurore: si trattava di un documento firmato da scrittori, critici e studiosi che intendevano appellarsi all'opinione pubblica per la revisione del caso Dreyfus (Alfred Dreyfus, ufficiale francese di famiglia ebrea, fu accusato di spionaggio a favore della Germania, condannato ingiustamente nel 1894 e riabilitato solo nel 1906). Famosa è anche la lettera aperta pubblicata da Émile Zola nel 1898, sullo steso quotidiano e allo stesso scopo. Intellettuali, nel caso del Manifeste, non erano i membri di un gruppo sociale, ma singoli uomini di cultura che ritenevano di potere e dovere mettere il proprio lavoro al servizio degli interessi generali della società.

In questo secondo significato, l'intellettuale era, in fondo, l'erede dei philosophes dell'Illuminismo o del dotto (Gelehrte) efficacemente descritto dal filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte (idealismo). Uno dei più noti esponenti dell'Illuminismo, Jean-Baptiste d'Alembert, nel Saggio sugli uomini di lettere (1753) aveva contrapposto al letterato cortigiano, sempre pronto a ossequiare i potenti, la figura del philosophe, caratterizzato dal disprezzo del lusso, da uno stile di vita sobrio e dalla dedizione agli studi. Analogamente Fichte, nelle Lezioni sulla missione del dotto (1794), aveva esaltato la libera circolazione del sapere, l'autonomia dei dotti e la necessità che essi conoscessero i problemi del loro tempo e promuovessero la cooperazione tra gli uomini.

Militanti o indipendenti?

Nella Russia rivoluzionaria il significato di intelligencija e quello di intellectuels finirono per interferire e in una certa misura, con lo sviluppo delle dottrine di Lenin, per fondersi: gli intellettuali costituivano un gruppo sociale e, contemporaneamente, si assumevano l'impegno universale di educare le masse al socialismo. In Italia, dove la parola 'intellettuali' era diventata di dominio pubblico con il Manifesto degli intellettuali fascisti redatto da Giovanni Gentile nel 1925, furono le teorie del comunista Antonio Gramsci (antifascismo), diffuse nel secondo dopoguerra, a indicare il ruolo degli intellettuali, intesi come veicolo del consenso all'interno della società civile. In queste prospettive, pur diverse tra loro, l'intellettuale era anche un militante, ossia si impegnava in prima persona per l'affermazione di determinati ideali etico-politici.

Una prospettiva del tutto diversa è invece quella introdotta dal sociologo tedesco Max Weber, che nel suo scritto La scienza come professione (1919) aveva sostenuto che il lavoro intellettuale è diverso e distinto, per vocazione e professione, dall'impegno politico. Gli intellettuali, a suo parere, dovevano essere specialisti del sapere e avevano l'importante compito di aiutare i propri interlocutori a "rendersi conto di fatti imbarazzanti" e, in generale, a comprendere la realtà; non dovevano avere "secondi fini", non dovevano cedere alla tentazione di trasformarsi in profeti o demagoghi e non potevano diventare capi politici, professione che richiedeva, secondo Weber, un differente specialismo.

Vedi anche
ideologia Il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale. ● Il termine fece la sua comparsa in Francia quando A.-L.-C. Destutt de Tracy se ne servì per denominare una nuova scienza, il cui scopo era quello di studiare l’origine delle idee. Intorno a questo ... cultura L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, ... Giovanni Gentile Filosofo e storico della filosofia (Castelvetrano 1875 - Firenze 1944). Discepolo alla Scuola normale superiore di Pisa di D. Jaja (che lo avvicinò al pensiero di B. Spaventa), di A. D'Ancona e di A. Crivellucci; professore nelle università di Palermo (1906-13), Pisa (1914-16), Roma (dal 1917); direttore ... Illuminismo Per Illuminismo si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, sia la connessa evoluzione delle idee in fatto di religione, scienza, filosofia, politica, ...
Categorie
  • TEMI GENERALI in Filosofia
  • TEMI GENERALI in Strumenti del sapere
Tag
  • JOHANN GOTTLIEB FICHTE
  • OPINIONE PUBBLICA
  • GIOVANNI GENTILE
  • ANTONIO GRAMSCI
  • IVAN TURGENEV
Altri risultati per intellettuali
  • intellettuale
    Enciclopedia on line
    Persona colta, che ha il gusto del bello e dell’arte o che si dedica attivamente alla produzione letteraria e artistica, ma anche individuo che svolge attività lavorativa di tipo culturale o nella quale prevalenti sono la riflessione e l’elaborazione autonoma. Al plurale, il termine indica un gruppo ...
  • Intellettuali
    Enciclopedia delle scienze sociali (1996)
    INTELLETTUALI Zygmunt Bauman e Bruno Bongiovanni Intellettuali di Zygmunt Bauman Definizione del concetto Il termine 'intellettuali' fece la sua prima comparsa nel linguaggio del pubblico dibattito in Francia, con la pubblicazione della lettera aperta di Émile Zola al presidente della Repubblica ...
  • Intellettuali
    Enciclopedia del Novecento (1978)
    NNorberto Bobbio di Norberto Bobbio Intellettuali sommario: 1. Un vecchio problema. 2. Chi sono gli intellettuali. 3. Tipi d'intellettuali. 4. L'origine del nome. 5. L'intellettuale rivoluzionario e l'intellettuale puro. 6. La grande prova dell'intellettuale puro. 7. La grande prova dell'intellettuale ...
Vocabolario
intellettualmente corretto
intellettualmente corretto loc. agg.le (iron.) Che rispecchia i modelli culturali e intellettuali dominanti; che risponde a criteri di correttezza intellettuale. ◆ A bordo di una Porsche rossa, tra palazzi in rovina e desolati autogrill,...
intellettualista
intellettualista s. m. e f. [der. di intellettuale] (pl. m. -i). – 1. Chi professa l’intellettualismo, come concezione filosofica. 2. Chi rivela, nel proprio pensiero, nelle proprie creazioni letterarie o artistiche, una preminenza di valori...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali