I. sillabica Il variare dell’altezza della voce nella pronunzia di una sillaba, in sostanza una forma particolare d’accento. L’i. interessa solo i componenti sillabici nella cui articolazione intervengono le corde vocali, cioè i fonemi sonori, in alcune lingue indoeuropee soprattutto vocali, liquide e nasali sonore. Si possono distinguere un’i. piana, una ascendente, una discendente e varie combinazioni di questi tipi. Le lingue indoeuropee per le quali è accertata l’esistenza, in passato, di uno o più tipi di i. sillabica, sono il greco, il baltico, lo slavo e il germanico.
L’i. di frase è lo stesso fenomeno di modulazione della voce che interessa non più una sola sillaba ma tutto un enunciato. Nell’i. di frase intervengono fattori individuali di natura espressiva o sociali di natura dialettale (cadenza o calata); a essa affidano valore significativo varie lingue, come l’italiano, per esprimere interrogazione o esclamazione. musica
Suono fondamentale secondo cui è intonato uno strumento o su cui si accordano gli strumenti di un complesso orchestrale (mediante il diapason o altro strumento accordato con questo). Anche la nota o le prime note, eseguite con uno strumento, quando esse indichino il tono in cui cantare un pezzo musicale.
Nella pratica dell’esecuzione, proprietà del suono emesso esattamente all’altezza dovuta.
Frase iniziale d’un salmo, o d’una parte della Messa (Gloria in excelsis Deo; Credo in unum Deum), proposta dal solo sacerdote, cui seguirà il contesto nel canto dei cori.
Forma cinquecentesca di composizione organistica, per lo più improvvisata, destinata alla chiesa, specialmente quale preludio al canto liturgico.