(gr. ῾Υπερίων)
Epiteto, nei poemi omerici, del Sole (propriamente «più alto») o nome proprio del dio della luce. Esiodo fa di I. un Titano figlio di Urano e di Gea, padre del Sole, dell’Aurora, della Luna.
Piccolo satellite di Saturno, scoperto da G.P. Bond nel 1848. Ha un diametro medio di 270 km, ma una forma assai irregolare; il semiasse maggiore dell’orbita misura 1.481.000 km, il periodo di rivoluzione 21,3 giorni. Probabilmente, è una palla di ‘ghiaccio sporco’, assai simile ai nuclei delle comete. La sua caratteristica più singolare è il periodo di rotazione: mentre quasi tutti i satelliti sono in rotazione sincrona intorno al pianeta al quale appartengono (cioè ruotano rivolgendo verso il pianeta sempre lo stesso emisfero), I. è in uno stato di rotazione ‘caotica’, cioè il suo periodo non è costante. Questo effetto dipenderebbe dalla notevole eccentricità dell’orbita e dalle perturbazioni gravitazionali indotte dal vicino Titano, assai più massiccio.