Elemento chimico del gruppo delle terre rare, simbolo Y, numero atomico 39, peso atomico 88,91. Scoperto da J. Gadolin nel 1794, si trova in natura in numerosi minerali, principalmente nella gadolinite, nello xenotino, nel policrasio. È un metallo di color grigio argento, fonde a 1522 °C e bolle a temperature superiori ai 3000 °C, la sua densità è 4,47 g/cm3; all’aria si ossida facilmente e a caldo reagisce con l’acqua formando l’idrossido. Viene separato dalle altre terre rare in miscela con l’erbio per cristallizzazione frazionata dei bromati e in miscela con l’olmio per cristallizzazione frazionata dei nitrati. Dalla miscela con l’erbio viene isolato per precipitazione frazionata dei ferrocianuri insolubili, da quella con l’olmio per precipitazione frazionata con ammoniaca diluita, a caldo. Il metallo allo stato puro si ottiene per riduzione del cloruro con sodio o per riduzione dell’ossido con magnesio o per elettrolisi dei cloruri di i. e di sodio fusi.
Allo stato puro, trova impiego nell’industria metallurgica per eliminare l’ossigeno; insieme ad altri metalli delle terre rare è usato come fosforo per i ricevitori televisivi a colori. Per la sua bassa sezione di cattura appare suscettibile di applicazioni anche nel campo nucleare; è stato proposto il suo uso nei materiali ceramici superconduttivi.
Nei suoi sali si comporta da trivalente; fra essi i più importanti sono: l’ossido, detto anche ittria, Y2O3; l’acetato, di formula Y(CH3COO)3•8H2O; il carbonato Y2(CO3)3•3H2O; il cloruro YCl3•6H2O; il solfato Y2(SO4)3•8H2O, tutti ottenuti per azione dei corrispondenti acidi sull’ossido di ittrio.