Uomo di stato prussiano (Essenrode, Luneburgo, 1750 - Genova 1822). Entrò (1770) al servizio dell'amministrazione hannoveriana, donde passò (1782) a quello del duca di Brunswick; di tendenze illuministiche, incontrò molte ostilità. Nel 1790 divenne ministro del margravio di Ansbach-Bayreuth e poi di Federico Guglielmo II di Prussia. Dopo varî incarichi di fiducia, fu nominato (1804) ministro degli Esteri. Riuscito vano ogni suo tentativo di concludere trattative con Napoleone per Federico Guglielmo III, e avendo la Francia invaso il territorio di Ansbach, H. si accordò con la Russia e l'Austria. Costretto a dare le dimissioni, perché inviso a Napoleone, dopo la battaglia di Austerlitz, tornò poi al potere per breve tempo (1807), ma di nuovo fu costretto a lasciare l'incarico dopo la pace di Tilsit. Cancelliere di stato (1810), diresse fino alla morte la politica interna ed estera. Attuò tutta una serie di riforme tendenti da una parte a rendere costituzionale la monarchia, e dall'altra ad abolire i gravami a carattere finanziario ed economico, inconciliabili con le nuove dottrine egualitarie. Dopo il Congresso di Vienna, dove inutilmente aveva tentato di ottenere l'annessione della Sassonia alla Prussia, svolse una politica estera strettamente subordinata a quella di Metternich.