Nella teoria generale del diritto, attitudine a ridurre la giustizia a mera conformità alla lettera della legge. È il prodotto della degenerazione del principio di legalità, che si determina allorquando la legge non è più intesa come lo strumento idoneo ad assicurare la parità tra gli individui (giustizia sostanziale), ma viene invece concepita come il criterio finale di valutazione della giustizia delle azioni (giustizia formale). L’unico presupposto in base al quale si considera giusta una legge è che sia effettivamente vigente e, in quanto tale, degna di obbedienza. Per il legalista, dunque, la legge e il diritto positivo sono di per sé giusti in quanto appartenenti all’ordinamento.