Complesso delle leggi consuetudinarie dei Franchi Sali, stanziati nel 4° sec. nella valle dell’IJssel. La sua prima redazione scritta risale al regno di Clodoveo (fine del 5° sec.). Redazioni successive (nelle più recenti è indicata come pactus legis salicae) furono rese necessarie dal progredire del popolo franco. Fu aggiornata anche da costituzioni regie aggiunte in seguito: così il pactus pro tenore pacis di Childeberto I (511-58), l’editto di Chilperico (575-84), la decretio di Childeberto II (593-97). Non mancarono pure addizioni private: famose, per i problemi insoluti che hanno prospettato, le glosse malbergiche. Revisioni ufficiali più tarde furono quella di Pipino il Breve (763-64), con l’aggiunta di un prologo e di un epilogo nuovi, e quella di Carlomagno (768-79), designata comunemente con il nome di lex salica emendata.
Convenzionalmente come legge s. viene indicata una disposizione che essa non contiene, ma che le fu tradizionalmente attribuita: cioè il principio che le donne e i loro discendenti sarebbero stati assolutamente esclusi dalla corona. Tale divieto, che non sussiste, come è noto, in vari Stati monarchici (per es., in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi), vigeva nella monarchia italiana.