Scultore ateniese (sec. 4º a. C.). Dalle notizie che si hanno sulla sua attività appare più giovane di Scopa e attivo fino al penultimo decennio del secolo. Una delle prime opere fu forse il ritratto di Isocrate, dedicato dal generale Timoteo in Eleusi (prima del 355). Nulla ci è rimasto di altri ritratti ricordati nelle fonti o attestati da iscrizioni. Scolpì anche statue di dei, come Zeus Polièus sull'Acropoli, un Giove tonante poi posto nel Campidoglio a Roma e un altro Zeus con la personificazione del Demos nella lunga stoà del Pireo. Un Apollo Alexìkakos era nel tempio del Ceramico e si è voluto vederlo nel tipo dell'Apollo del Belvedere in Vaticano. Partecipò intorno alla metà del secolo alla decorazione del Mausoleo di Alicarnasso, eseguendo il lato occidentale del fregio, e fece un Ares per il tempio della città. Dopo Cheronea (338) eseguì in Olimpia per il Filippeio statue-ritratto criselefantine di Filippo II, Olimpiade, Alessandro, Aminta ed Euridice, e a Delfi, dopo le vittorie asiatiche di Alessandro, un donario bronzeo di Cratero, rappresentante un episodio di caccia al leone. Una copia, pur assai modesta, del Ganimede rapito dall'aquila, descritto da Plinio e in epigrammi, è stata identificata nel gruppo del Vaticano.