(gr. Λυκαονία) Regione dell’Anatolia centrale. È formata da bacini chiusi d’origine tettonica, separati tra loro da basse groppe e talora occupati da qualche lago residuo. Il clima è aspro, con spiccati caratteri continentali, venti impetuosi, scarti diurni notevoli, precipitazioni scarse. Aspetto comune della vegetazione spontanea è la prateria ad artemisia, salvo dove prevalgono le incrostazioni saline; scarsi gli alberi (pioppi).
Intorno al 1300 a.C. sotto il dominio ittita, nel 6° sec. a.C. la L. era soggetta ai Persiani; sottomessa nel 322 dai Macedoni, fece parte del regno dei Seleucidi e dal 188 di quello di Pergamo. Scomparso quest’ultimo (133), la regione passò sotto l’influenza romana e fu aggregata in parte alla Cilicia. Successivamente aree notevoli furono governate da regoli nominalmente indipendenti e nel 2° sec. d.C. la L. fu smembrata tra le province contermini (Galazia, Cappadocia, Cilicia). Nel 371-72 assorbì parte delle regioni vicine e costituì una provincia a sé aggregata alla diocesi di Asia. Città principali erano Iconio, Laranda, Laodicea Combusta, Derbe.
I Licaoni erano una popolazione autoctona, con lingua propria; il loro nome risulta dalla grecizzazione di un etnico all’origine non greco, messo tardivamente in relazione con il nome di un mitico Licaone.