(fr. Louvain; fiamm. Leuven) Città del Belgio centrale (92.704 ab. nel 2008), capoluogo della prov. del Brabante Fiammingo, sul fiume Dyle, 22 km a E di Bruxelles. Centro culturale e commerciale circondato da una ricca regione agricola, è sede di industrie meccaniche, chimiche, elettrotecniche, tessili, alimentari, del tabacco e del cuoio. Importante nodo ferroviario.
La località è menzionata per la prima volta nell’892, come campo trincerato nei pressi del quale i Normanni furono vinti da Arnolfo di Carinzia, re di Germania. Nel 10° sec. il conte di L. fece costruire, su un’isola del fiume Dyle, il suo castello, vicino al quale la città attuale sorse come mercato nell’11° sec.; residenza dei duchi di Brabante si sviluppò nei sec. 12°-14° come centro industriale, per la fabbricazione e l’esportazione dei panni di lana. Prima per importanza economica fra le città del Brabante, L. fu a capo della guerra da loro intrapresa contro il duca Venceslao, obbligandolo infine (1356) a riconoscerne il diritto di rappresentanza nel governo del ducato. Nel 16° sec. la città perse ogni importanza economica per l’emigrazione in massa dei tessitori verso l’Inghilterra e l’Olanda, in seguito alle lotte civili.
Università di L. Fondata nel 1426, ebbe molta parte nella storia dell’Umanesimo, poi nella lotta antiluterana; centro di vive polemiche dopo la pubblicazione dell’Augustinus di Giansenio, fu sempre aperta alle diverse esperienze della cultura cattolica. Soppressa nel 1797, ricostituita come università di Stato (1816-30), tornò a essere università cattolica dal 1835. Dal 1970 è stata divisa in due università autonome, una di lingua fiamminga (rimasta nella sede originaria), l’altra di lingua francese (con sede a Louvain-la-Neuve, situata fra Ottignies e Wavre, 22 km a SE di Bruxelles).
Dall’università di L. è venuto un forte impulso al rinnovamento del tomismo e in generale della scolastica, che ebbe il suo centro nell’Istituto superiore di filosofia dell’università, fondato nel 1889, il suo animatore nel cardinal D. Mercier, il suo organo nella Revue néoscolastique (fondata nel 1894). Da qui ha preso le mosse anche una corrente di pensiero economico-sociale d’ispirazione cattolica che, in opposizione al socialismo e al liberalismo, sostiene, accanto alle spontanee associazioni dei lavoratori, il patronato degli imprenditori sotto la direzione più o meno immediata dell’autorità ecclesiastica.