Musicista (Firenze 1760 - Parigi 1842). Studiò con B. e A. Felici e con G. Sarti; aveva intanto già scritto, tredicenne, musiche sacre, teatrali e vocali da camera. Dopo varie opere per i teatri italiani e inglesi, diede a Parigi (1788) il Demofoonte, che inizia la fortunata attività francese del Ch., nella quale lo stesso quadro dell'opera viene rinnovato e ampliato, come dimostra già la Lodoïska (1791). Il Ch. persegue nella musica operistica (per certi riguardi rammentandosi di C. W. Gluck) concezioni d'architettura più ampia, tali da consentire al di scorso musicale uno svolgimento rispondente alla potenza dei temi, come avveniva nella sinfonia e nella musica sacra (genere, questo, carissimo al Ch.). Nel 1795, riorganizzandosi il Conservatorio parigino, il Ch. ne fu nominato ispettore, ma presto cadde in disgrazia, né mai durante il periodo napoleonico riuscì a risollevarsi. Nonostante il lieto esito (1800) della sua opera comica Les deux journées (Il portatore d'acqua), uno dei suoi capolavori teatrali, il Ch. rimase lungamente nell'ombra. Tuttavia nel 1805, invitato a Vienna, vi allestì l'opera Faniska (1806), destando la massima ammirazione di F. J. Haydn e di L. v. Beethoven (il quale poneva il Ch. al disopra di tutti i musicisti del tempo). Nel 1808 (ed era già ritornato nella solitudine francese) accettò l'invito del principe di Chimay in villa, e colà scrisse la Messa in fa, uno dei suoi capolavori. Nel 1815 andò a Londra, dove diede una Sinfonia in re. Nel 1816, caduto Napoleone, divenne professore dell'École royale de musique e sovrintendente alle musiche di corte, poi (1822-42) direttore del Conservatorio. In questo ultimo periodo scrisse una ricca serie di Messe e di altri lavori chiesastici. La sua intera produzione è vastissima e spazia per tutti i campi del comporre, compreso lo strumentale d'insieme e solistico. Le sue vette possono indicarsi nelle opere Medea (Parigi, 1797), Les deux journées (ivi, 1800), Anacreonte (ivi, 1803), nella Messa in fa, nel Requiem, in do minore, nella Sinfonia in re e nei quartetti.