Matematico italiano (Pavia 1830 - Roma 1903), fratello del pittore Tranquillo. Fece i suoi studî a Pavia, interrompendoli nel 1848 per partecipare come volontario alla guerra per l'indipendenza. Fu prof. di geometria superiore nell'univ. di Bologna (1860), poi a Milano (1866), quindi a Roma, dal 1873 direttore della scuola degli ingegneri; fu membro del Consiglio superiore dell'istruzione, senatore del Regno (1879) e per pochi giorni ministro dell'Istruzione Pubblica (ministero Di Rudinì, 1898). Socio nazionale dei Lincei (1874). Allievo di A. Bordoni e di F. Brioschi, il C. è l'iniziatore di quella scuola geometrica italiana che tra la fine del sec. 19º e il principio del 20º aprì nuove vie alla geometria pura con l'opera di G. Castelnuovo, F. Enriques e F. Severi. In un primo periodo, il C. ritrovò o ampliò risultati fondamentali di A. F. Möbius, di M. Chasles, ecc., relativi a curve e superfici algebriche usando metodi analitici. Ma successivamente, elaborando in forma originale l'opera di J. Steiner, K. Staudt e della scuola geometrica tedesca, seguì procedimenti di geometria pura (Introduzione ad una teoria geometrica delle curve piane, 1861; Sulle trasformazioni geometriche delle curve piane, 1863-64) e aprì la via allo studio delle proprietà delle curve invarianti rispetto alle trasformazioni birazionali (dette anche trasformazioni cremoniane), e cioè alla geometria algebrica. Nell'ultimo periodo della sua attività (che ha inizio con i Preliminari di una teoria geometrica delle superficie, 1866-67, e con una memoria sulla superficie del 3º ordine), il C. si dedicò allo studio delle superfici rappresentabili sul piano delle trasformazioni biunivoche dello spazio. A lui si deve anche un metodo di determinazione grafica (diagramma cremoniano) degli sforzi nelle aste dei sistemi articolati piani a connessione triangolare semplice, soggetti a sollecitazione esterna puramente nodale e totalmente nota.