Pratica agricola (che anticamente si svolgeva nel mese di maggio), adottata specie nell’agricoltura estensiva e nei paesi aridi e sub-aridi, consistente nel sottoporre a una serie di lavorazioni un terreno tenuto a riposo, per prepararlo a una successiva coltivazione di cereali. Col m. si raggiungono effetti molto importanti come rendere soffice il terreno, liberarlo dalle erbe infestanti, arricchirlo di sostanze nutritive, rese solubili dai diversi agenti naturali, favorire la vita dei microrganismi; l’azione più importante è però quella di favorire la penetrazione e l’immagazzinamento di acqua nel suolo. Il m. tipico (detto anche m. intero, vergine, completo, nudo, di sole), che si pratica nei terreni più poveri e aridi, dura per una intera annata; di regola dovrebbe farsi un lavoro più profondo prima dell’epoca delle piogge e altri più superficiali per tutto il resto dell’anno.