Nel significato originario, capo, comandante (connesso con magis «più»); seguito da una determinazione in genitivo, fu titolo di magistrati, comandanti militari, funzionari del mondo romano e medievale.
Nel mondo romano, m. bonorum, organo processuale elettivo con la funzione di organizzare, bandire con avvisi pubblici (proscriptiones) ed eseguire la vendita all’asta del patrimonio in blocco del debitore (decoctor). M. equitum Magistrato straordinario della Repubblica Romana (5°-3° sec. a.C.); era nominato dal dittatore e il suo ufficio consisteva nel comando della cavalleria; spesso fungeva da luogotenente del dittatore sul campo e a Roma. M. militum Nell’età di Costantino, comandante delle fanterie di tutto l’Impero Romano, cui si affiancava nel comando della cavalleria il m. equitum. Nel corso del 4° sec. il numero dei magistri militum fu ampliato. M. officiorum Una delle quattro dignitates palatinae, le più elevate cariche dell’amministrazione centrale dell’Impero romano negli ultimi secoli. La sua competenza, limitata agli officia palatina o scrinia (segreterie e cancellerie imperiali), si estese più tardi a nuove attribuzioni, spesso sottratte ai prefetti del pretorio (comando delle scholae scutariorum et gentilium, sovrintendenza alle poste imperiali e alle fabbriche d’armi). Gli fu inoltre affidata la sorveglianza dei confini, con la giurisdizione sui comandanti militari (duces limitanei). Divenuto il più alto personaggio dell’amministrazione centrale, fu annoverato (395) tra gli illustres; ce ne fu uno per ciascuna parte dell’Impero. Nell’Impero d’Oriente, al nome latino con il tempo fu sostituito quello greco di gran logoteta.
Nelle università medievali, magister artium, il professore nella facoltà delle arti; il titolo rimase anche durante e dopo il Rinascimento.