MAGONZA (lat. Mogontiacum, nome d'origine celtica; fr. Mayence; ted. Mainz; A. T., 53-54-55)
Una delle città più antiche della Germania, nell'Assia Renana (provincia dell'Assia), posta presso la riva sinistra del Reno, di contro alla confluenza in esso del Meno, punto commerciale e strategico importante a guardia d'un passaggio relativamente facile del fiume, a 82 m. s. m., a 60 km. a N. di Mannheim e 30 O.-SO. di Francoforte. L'importanza assunta dalla città fin dall'età romana le deriva dalla sua posizione su un fiume facilmente navigabile e all'incrocio di strade importanti, al limite tra l'Alto e il Basso Reno, dove le colline dell'Assia Renana e del Rheingau, coperte di vigneti, assumono un aspetto tutto meridionale. Al tempo degli Staufen fu la maggiore città della Germania (das goldene Mainz); patria di Gutenberg, fu in quell'epoca la culla dell'arte della stampa. Fu superata poi da Francoforte e da Mannheim, anche perché le nocque la vicinanza del confine, il frequente cambio di possesso e i vincoli cui era soggetta come piazzaforte (a S. cittadella con quattro massicci bastioni, costruita nel 1660-66). La città antica, che ha per centro il duomo e per via principale la Ludwigstrasse, dalla quale si accede al Reno per mezzo di 5 piazze (Gutenbergplatz, Höfchen, Markt, Liebfrauen- e Fischertorplatz) si è allargata di recente sia verso N. (importanti fabbriche e cantieri di Gustavsburg), sia nelle altre direzioni; il comune, con l'aggregazione di 5 comuni nel gennaio 1930 abbraccia una superficie di 81,9 kmq. Gli abitanti che erano 56 mila nel 1875, 118 mila nel 1910 e 108 mila nel 1925 (diminuzione causata dalla partenza della guarnigione di 8000 uomini), ammontavano nel giugno 1933 a 137.019. L'attività industriale è limitata a fabbriche di birra e di champagne, lavorazione del ferro, tipografie; notevole il commercio vinicolo.
Monumenti. - Le testimonianze della Magonza romana non sono molte nel campo monumentale, copiosissime invece nel campo epigrafico, e notevoli anche per ciò che riguarda le sculture, sia di carattere votivo sia funerario: queste, come le iscrizioni, sono raccolte nei musei cittadini. Di edifici romani superstiti, o per lo meno riconoscibili, possono ricordarsi, oltre alla base di un monumento che qualcuno suppone sia quello eretto a Druso dai suoi soldati (il cosiddetto Eichelstein nell'interno della cittadella): il teatro, l'acquedotto che portava l'acqua all'accampamento e alla città, tracce sia del foro nei pressi della cattedrale sia del porto fluviale. Un piccolo arco, della fine del sec. III d. C., che si elevava presso il Gautor, fu demolito, e gli elementi sono raccolti nel Museo: pure nel Museo è la colonna detta di Giove, dedicata pro salute di Nerone nel 65-66 d. C.
Il duomo, basilica romanica a vòlta con doppio coro, è una delle cattedrali artisticamente più importanti della Germania e dei più begli edifici romanici in genere. L'attuale costruzione, iniziata dopo l'incendio del 1081 su fondamenta merovinge e carolinge, fu continuata nei secoli XII, XIII e XIV procedendo da oriente a occidente. Il suo aspetto complessivo non ha quasi nulla di gotico: la torre occidentale gotica fu distrutta nel 1774, la torre orientale gotica che sorgeva all'incrocio delle navate fu trasformata nel 1869-79 in neoromanica. Dal 1926 al 1928 il duomo gravemente lesionato fu felicemente restaurato. Dell'importante decorazione plastica del secolo XIII rimangono solo alcuni avanzi dei due tramezzi del coro (1239-43) distrutti: il gruppo di Cristo Giudice sul portale sud-orientale, due gruppi del Giudizio Universale nel transetto, entrambi provenienti dall'antico tramezzo occidentale, e frammenti del tramezzo orientale nel museo diocesano. Risalgono agl'inizî del secolo XV le eleganti statue di tardo stile gotico del portale delle Memorie, o cappella commemorativa deì canonici. Dentro, rimane poco dell'originario arredamento; ma le età posteriori vi hanno lasciato gran copia di magnifiche sculture: pale d'altare intagliate; monumenti sepolcrali, tra gli altri quello dell'arcivescovo Sigfrido III di Eppstein (morto nel 1259) in atto d'incoronare Guglielmo di Olanda ed Enrico Raspe, capolavoro della scultura tedesca del sec. XIII e quello dell'arcivescovo Bertoldo di Henneberg (morto nel 1504), una delle prime opere di H. Backoffen, principale maestro renano del cosiddetto gotico barocco; il magnifico crocifisso barocco ligneo scolpito da M. Rauchmiller (circa 1700), ecc.
La collegiata di S. Stefano (1257-1338), la più antica chiesa gotica a navate di uguale altezza nella Renania, ha accanto un pittoresco chiostro gotico (circa 1450-1475).
Di epoca rococò è la luminosa chiesa di S. Pietro, arredata nello stesso stile, mentre S. Ignazio (1763-74) di J.P. Jäger e P. Metz prelude già al classicismo. Dirimpetto alla chiesa di S. Ignazio s'innalza il grandioso gruppo della Crocifissione su modello di H. Backoffen (circa 1520).
Il castello dei principi palatini, già parte della vecchia corte arcivescovile, deve l'attuale aspetto soprattutto al sec. XVII; la grande sala dell'Accademia ha pareti e soffitto decorati nel gusto classicheggiante da J. Zick (1787). La sede dell'ordine teutonico costruita dal 1730 al 1738, poi palazzo granducale, ha una bella sala e graziosi e vivaci soffitti dipinti da C. Th. Scheffler. L'arsenale (1738-40) fu probabilmente costruito da M. von Welsch.
Tra le numerose case patrizie barocche sono da ricordare: il palazzo Cronenberg (circa 1615) ora ginnasio; il palazzo Dalberg (1715-1718), opera di C. Herwarthel; il palazzo Ostein (1749), di J.V. Thomann, attualmente Palazzo del governo. Tra le abitazioni borghesi sono più degne di menzione la casa gotica "Zum Adebar" (sec. XV); la casa in legno e muratura "Zum Kuckuck" di stile Rinascimento (circa 1600), e le case "Zum römischen Kaiser" e "Zum König von England", entrambe del sec. XVII.
Numerose sono le statue votive all'esterno delle case, generalmente Madonne barocche (la celebre Madonna di via Fust è ora nel museo diocesano). La fontana del mercato (1525), con ricca decorazione nello stile di Peter Flötner è stimata la più bella fontana del Rinascimento tedesco. La torre di ferro e quella di legno dànno un'idea delle fortificazioni cittadine nel Medioevo.
Il museo del duomo e diocesano possiede un'importante collezione di arredi sacri, e specialmente di sculture locali medievali. Il Museo centrale romanogermanico è celebre per i monumenti della preistoria germanica e dell'epoca romana. Vi sono anche un civico museo di antichità, una civica galleria, una collezione di monete e il museo Gutenberg, entrambi annessi alla Biblioteca comunale.
V. tavv. CLXV e CLXVI.
Storia. - Fu certamente centro celtico, come dimostrano i resti della età di La Tène rinvenuti nelle vicinanze, e il nome stesso, che sembra debba ricollegarsi con quello della dea Mogontia o del dio Mogons, che i Romani assimilarono ad Apollo.
Il valore strategico del luogo ne fece un importante centro militare fino dalle prime campagne dei Romani contro i Germani. Se non da Agrippa, certo da Augusto fra il 16 e il 13 a. C., fu quivi costruito un accampamento, che sorse sull'altura a sudovest della città attuale (oggi Kästrich): in esso fu riportato nel 9 a. C. il corpo di Druso, morto durante il ritorno dalla marcia fino all'Elba.
Nell'accampamento (del quale si è potuta con scavi recenti tracciare la pianta) avevano stanza due legioni, e varie truppe ausiliarie; in origine di terra e legno, fu sostituito al tempo di Vespasiano con un accampamento in muratura; un ponte lo congiungeva con la riva destra del fiume, dove sorgeva il Castellum Mattiacorum. Come di solito, un centro di vita civile, costituito dalle canabae dei mercanti e degli artigiani, e accresciuto via via dai soldati congedati al termine del servizio, si venne rapidamente formando ai piedi dell'altura del campo, fra questo e il fiume: sorse così la città, che tuttavia ebbe ordinamento municipale solo alla fine del sec. III, da Diocleziano. Con le truppe risiedeva a Magonza il legato della Germania Superiore. All'importanza militare del luogo si debbono gli avvenimenti di cui Magonza fu teatro: dopo la morte di Nerone, nella guerra civile e nell'insurrezione delle popolazioni germaniche e galliche; nel secolo III, quando vi furono uccisi forse Alessandro Severo, certo Postumo; nel sec. IV, quando, cinta di mura da Diocleziano, fu spesso residenza degl'imperatori in guerra contro i Germani. Dopo Diocleziano fu capitale della Germania prima e sede del dux Mogontiacensis. Nel 411 vi fu proclamato imperatore Gioviano.
Sul finire dell'impero romano, Magonza venne assai per tempo devastata da Alamanni, Vandali, Unni. Nel sec. V aveva una comunità di cristiani abbastanza numerosa. Nel secolo successivo rileviamo il primo nome di un vescovo, Sidonio, e nel sec. VIII quello di san Bonifacio, che nel 747 erige Magonza a vescovato; col suo successore, Lullo, Magonza diviene sede arcivescovile. La grande vastità della diocesi (che andava dai Paesi Bassi alla Franconia, dalla Svevia alla Sassonia e, temporaneamente, anche alla Boemia), l'importanza acquistata con donazioni e concessioni fanno sì che ben presto Magonza divenga la sede primaziale della Germania, e il suo presule consegue la dignità di arcicancelliere dell'impero (dal 1298), di presidente della dieta o del collegio che eleggeva l'imperatore, e il diritto d'incoronare il re di Germania e anche quello di Boemia, fino al 1343. Magonza diviene città libera nel 1118, è sede di molte diete dell'impero, si rivolta nel 1160 contro l'arcivescovo Arnoldo e tre anni dopo subisce le ire del Barbarossa, che ne fa demolire le mura. Ha il suo massimo fiore nel sec. XIII, dopo che l'arcivescovo ne ha riconosciuta nel 1244 l'autonomia; la troviamo a capo della lega delle città renane, e ricca per commerci e popolosa sì che viene detta "aurea". Ma i conflitti nella cittadinanza fra iI patriziato e le corporazioni, le contese tra due pretendenti alla dignità arcivescovile, unendosi a cause storiche ed economiche generali, determinano l'inizio della decadenza di Magonza che nel 1462 cade sotto il dominio arcivescovile. Nel sec. XVII la città fu occupata dagli Svedesi (1631) e dai Francesi (nel 1644 e nel 1688, durante la guerra del Palatinato). Le idee della Rivoluzione francese vi trovarono terreno favorevole: già nel 1792 vi venne costituito un club, e poco appresso si cacciò l'arcivescovo Federico Carlo di Erthal e si proclamò la repubblica renana, dopo che il gen. Custine ebbe occupata la città. Nel 1793 le truppe della prima coalizione, sotto il comando del prussiano Kalckreuth, la ripresero dopo qualche mese di eroica resistenza, sorretta dal Kleber, che ottenne l'onore delle armi con tutta la guarnigione. I trattati di Campoformio (1797) e di Lunéville (1801) attribuirono Magonza alla Francia che ne secolarizzò la diocesi e ne fece il capoluogo del dipartimento di Donnersberg; nel 1806, costituitasi la confederazione renana, il principe vescovo di Magonza ne fu nominato presidente. Attribuita nel 1815 al granducato di Assia Darmstadt, venne dichiarata fortezza della confederazione germanica e presidiata da truppe della Prussia, dell'Austria e dell'Assia; dopo il 1871 divenne la più importante fortezza renana dell'impero germanico, demolita nel 1922, secondo il trattato di Versailles.
Bibl.: C. A. Schaab, Geschichte der Stadt M., Magonza 1841-51; J. H. Hennes, Die Erzbischöfe von M., Magonza 1879; M. Stimming, Die Entstehung des weltlichen Territoriums des Erzbistums M., Darmstadt 1915; G. J. Höler, Das goldene M. und seine Geschichte, ecc., Magonza 1910. Vedi inoltre sulla città romana: M. Besnier, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclop., XV, col. 2422 segg.; Corp. Inscr. Lat., XIII, ii, p. 296 segg.; A. Grenier, Quatre villes rom. de la Rhénanie, Parigi 1925, p. 73 segg.; F. Colin, Les antiquités rom. de la Rhén., Parigi 1927, p. 102 segg. E per i monumenti medievali: E. L. Fischel, Mittelrheinische Plastik, d. XIV. Jahrh., Monaco 1923; R. Kautzsch, Der Dom. zu M., Francoforte s. M. 1925; P. Metz, Der Dom zu M., Augusta 1927; W. F. Volbach, M., Berlino 1928; H. Weigert, Die Kaiserdome am Mittelrhein, Speyer, M. u. Worms, Berlino 1933.