Nome gentilizio romano. La gens Marcia, di origine assai antica, aveva varî rami patrizî (Coriolano, Re) e plebei (Censorino, Filippo, Rutilo, ecc.). Tra i M. Figuli è da ricordare un Gaio (C. Marcius Figŭlus) comandante della flotta romana contro Perseo (169 a. C.), console nel 162 e nel 156. Tra i Marci Re più noti sono Quinto (Q. Marcius Rex), pretore nel 144 a. C., costruttore dell'acquedotto dell'Acqua Marcia; un altro Quinto, console nel 118 a. C., che dedusse la colonia di Narbona e trionfò sui Liguri (117); e ancora un Quinto, console nel 68 a. C.; nel 67 ebbe il comando della Cilicia, che l'anno seguente dovette cedere a Pompeo; nel 63 combatté contro i partigiani di Catilina. Tra i M. Rutili, particolarmente influenti nel 4º sec. a. C., spiccano un Gaio (C. Marcius Rutĭlus), console nel 357, 352, 344, 342 a. C., primo dittatore plebeo (356) e primo censore plebeo (351): vinse i Privernati (357) e gli Etruschi (356) e nel 342 placò una sedizione militare; la sua figura, una delle più notevoli della storia romana del 4º sec. a. C., è ritenuta non autentica da una parte della critica moderna. Il figlio di costui, anche lui Gaio, console nel 310 a. C., combatté contro Etruschi e Sanniti, presso Alife, ma fu poi sconfitto; fu uno dei primi quattro pontefici plebei (300 a. C.) e censore nel 294. Tra i M. Settimi si distinse un Lucio (L. Marcius Septĭmus), che fu comandante in Spagna dopo la sconfitta e la morte dei due Scipioni (212 a. C.); riportò notevoli successi ed ebbe il comando di una parte dell'esercito anche sotto Scipione Africano. Tra i M. Tremuli, un Quinto (Q. Marcius Tremŭlus), console nel 306 a. C., vittorioso degli Ernici e dei Sanniti, onorato col trionfo e con una statua equestre nel Foro. Infine tra i M. Turboni, un Quinto (Q. Marcius Turbo Fronto Publicius Severus), generale (2º sec. d. C.) di Traiano e di Adriano, che si segnalò nella guerra partica e nella lotta di repressione contro gli Ebrei in Cirenaica e in Egitto; soffocò la rivolta della Mauretania, fu prefetto del pretorio. n Altri rami di questa stirpe romana sono più noti sotto il cognome: v., per es., Coriolano; si ricordi infine che il quarto re di Roma, Anco Marcio, era considerato, almeno dal 1º sec. a. C., il progenitore di tutta la gens.