Regista italiano (n. Roma 1932). Nel 1960 si trasferì a Stoccolma, per lavorare al Marionetteatern di Michael Meschke; influenzato dal lavoro sulle macchine cinetiche dello scultore Harry Kramer e dalle teorie di O. Schlemmer sui movimenti elementari delle forme come teatro, dopo il ritorno a Roma organizzò in case e gallerie private spettacoli di animazione, con figure geometriche e oggetti, talvolta di scarto, come il tubo di una stufa (Movimento numero uno per marionetta sola, 1962; Spettacolo di tre pezzi, 1964). Nel 1964 aprì il primo teatro club sperimentale italiano in una ex stalla, chiamandolo Orsoline 15 e invitando a collaborare al suo "teatro di visione" artisti come A. Perilli e G. Novelli. La sua vocazione alla pittura e alla scultura favorì la creazione di un linguaggio scenico visuale, refrattario alla psicologia e alla narrazione, votato al gioco e alla ritualità: Balletto a due (1965); Salomè (1966); I viaggi di Gulliver (1966), in cui si servì fra l'altro di proiezioni di filmati; Edgar Allan Poe (1967); James Joyce (1968); Le tre melarance (1973); Barbablè (1975), in cui tornava progressivamente a rivalutare il discorso poetico. È considerato il capostipite e il maestro del teatro d'avanguardia degli anni Sessanta. In seguito ha realizzato: Elettra (1980); Cinque serate futuriste (1989); Il teatro a Roma dal Settecento al Belli (1991).