Negli organismi a sessi separati, si definisce m., e si indica con il simbolo ♂, l’individuo che produce i gameti maschili destinati a fecondare i gameti femminili in vista della riproduzione. In molti animali il m. è differente dalla femmina per vari caratteri somatici, fisiologici, psichici (caratteri sessuali secondari). In alcune specie di Cirripedi, normalmente ermafroditi, si chiama m. complementare un individuo di dimensioni più piccole del normale, a organizzazione rudimentale, che si trova nel mantello della femmina. È detto m. ostetrico il m. di alcuni animali che incuba le uova deposte dalla femmina, per es. l’alite (rospo ostetrico) tra gli Anfibi, il cavalluccio marino tra i Pesci ecc.
In botanica il sesso maschile è rappresentato tipicamente dagli spermi; perciò si parla di apparato maschile a proposito dell’anteridio, dello stame e dei sacchi pollinici, benché questi ultimi apparati non presentino sessualità né m. né femminile, appartenendo alla generazione diploide (o sporofito); parimenti si dice, impropriamente, fiore maschile o anche pianta maschile quella che porta solo stami.
Si chiama maschilismo (in contrapposizione polemica a femminismo) il complesso di atteggiamenti psicologici e culturali e di comportamenti, basati su una presupposta superiorità del sesso maschile su quello femminile nella società, nella famiglia, nei rapporti reciproci.
Per metafora tratta dall’organo della generazione, si chiama genericamente m. l’estremità di un pezzo foggiata in modo da entrare in un alloggio corrispondente.
Il m. per la filettatura di fori (maschiatura) è un utensile costituito sostanzialmente da un corpo filettato munito di scanalature per lo scarico dei trucioli (v. fig.). Il numero di queste, a cui corrisponde il numero dei taglienti, può essere 2, 3, 4 o 6, ma è quasi sempre 4. Nella lavorazione di maschiatura, per l’azione di ricalcatura esercitata dall’utensile, il filetto tende a gonfiarsi; perciò il foro da filettare deve avere un diametro superiore al diametro interno della filettatura.
Nelle costruzioni civili, è chiamata m. la parte continua di un muro di sostegno a contrafforti che è a contatto con il terrapieno da sostenere.
Nei castelli medievali e nelle rocche del Rinascimento, la torre principale contenente gli ambienti più importanti della fortezza, come l’abitazione del castellano, il tesoro, a volte le prigioni e simili. Era talora al centro delle cinte di difesa, talora periferico o addirittura esterno a esse, e munito di apprestamenti atti a isolarlo completamente dal resto dell’edificio, per una estrema difesa dalle sue mura.