Giureconsulto romano (sec. 1º d. C.). Di umile origine, raggiunse il censo equestre solo verso i cinquant'anni ed ottenne da Tiberio lo ius respondendi, mai prima conferito a un cavaliere; allievo di Ateio Capitone, da lui venne il nome di sabiniana alla scuola da questo fondata; scriveva ancora sotto Nerone. Gran fama ebbero i suoi tre libri iuris civilis, nei quali il diritto romano più antico, il puro ius civile, risalente al costume e sviluppatosi attraverso la pratica e l'opera dei giuristi repubblicani, fu magistralmente esposto e sistemato. L'importanza di quest'opera fu tale che, ancora all'epoca dei Severi, Paolo e Ulpiano esposero il diritto civile in forma di commento ad essa. Scrisse anche cinque o più libri di commento all'editto del pretore; due o più libri di responsa; un'opera ad Vitellium, forse di critica alle opinioni degli antichi giuristi raccolte da quel suo contemporaneo. Il Digesto non ha frammenti ricavati direttamente dalle sue opere, ma le citazioni testuali sono numerose in Macrobio e in Gellio; molti brani dei commentarî alle sue opere sono ritenuti suoi dalla critica. In centinaia di passi le sue opinioni sono citate con grande rispetto.