Ecclesiastico spagnolo (8º sec.) noto quasi esclusivamente per la violenta requisitoria scritta contro di lui da Elipando di Toledo. M., assertore del primato di Roma, cercò di operare, con il vescovo Egila, una riforma dei costumi della Chiesa spagnola, che era scesa a compromessi con i musulmani: fu però condannato (782) in un concilio a Siviglia (e la condanna fu approvata da papa Adriano I). Si rimproverava a M. il suo eccessivo rigorismo morale e la sua dottrina trinitaria che, secondo Elipando, sarebbe consistita nell'identificare il Padre con David, il Figlio con Gesù e lo Spirito con s. Paolo: si pensa che M. sostenesse una teologia trinitaria di ispirazione sabelliana, o, piuttosto, economica, nel senso che le tre persone si sarebbero manifestate nella storia tramite David, Gesù, Paolo; la cristologia di M. è peraltro ortodossa, secondo lo stesso Elipando.