Famiglia di Molluschi Bivalvi, unica dell’ordine Mitiloidi; hanno conchiglia equivalve subtriangolare o subrettangolare; interno delle valve madreperlaceo, muscolo adduttore posteriore normalmente più grande dell’anteriore; piede ridotto e bisso abbondante. Comprende 9 generi, tra i quali Mytilus, Modiolus e Lithophaga (➔ litofaga) con numerose specie, alcune di importanza economica, presenti sui substrati rocciosi di tutti i mari.
I mitili (gen. Mytilus), comunemente detti cozze, hanno conchiglia cuneiforme, equivalve, alta, ricoperta da un’epidermide liscia, nera. Marini, si fissano mediante il bisso alle rocce e ai legni sommersi, riuniti spesso in grappoli. Compaiono fossili dal Triassico. Nel Mediterraneo, Mytilus edulis e Mytilus galloprovincialis possono raggiungere i 15 cm di lunghezza.
La mitilicoltura è l’insieme delle operazioni per l’allevamento dei mitili, praticate sin dal 13° sec. in aree marine vocate. In Italia è esercitata su larga scala in varie località; la maggiore produzione si registra nel Golfo di Taranto, dove (fine 18° sec.) fu messa a punto la tecnica colturale detta in sospensione, oggi usata in tutto il mondo. Tale tecnica prevede la sistemazione all’interno dei vivai (metà novembre) di collettori in fibra mista per la captazione delle larve di mitilo. I collettori, costituiti da funi tese tra pali, formano un fitto graticcio (letto per il seme). All’inizio della primavera le funi cariche di novellame sono tagliate a un’estremità, appesantite e affondate; in estate, i giovani mitili, sgranati dai collettori, sono infine innestati in calze di polipropilene (reste) e avviati all’ingrasso. La tecnologia di allevamento prevede la sciorinatura periodica delle reste su stenditoi al fine di distruggere gli epibionti, in grado di pregiudicare l’estetica finale del prodotto. L’intero ciclo dura circa 18 mesi.
Il genere Modiolus possiede diverse specie ad ampia diffusione in molti mari. La specie Modiolus barbatus, conosciuta come muscolo peloso e cozza pelosa, dalle carni pregiate, è allevata nel Mar Piccolo di Taranto con tecnica simile a quella usata per i mitili.