Studio scientifico della musica nel suo senso più ampio, che comprende tutte le branche della teoria e in particolar modo della storiografia musicale. Il termine, entrato nell’uso corrente in Italia solo negli ultimi decenni del 20° sec., è ricalcato sulla parola tedesca Musikwissenschaft (scienza della musica), che fu usata per la prima volta da J.B. Logier nel 1827.
Le prime considerazioni teoriche sulla musica risalgono alla civiltà ellenica. Per i trattatisti e filosofi greci la musica è una scienza che include la teoria e la pratica; manca in genere nei trattati un interesse storico, ravvisabile soltanto nel De musica attribuito a Plutarco. Le speculazioni dei Greci sono riprese nel periodo cristiano principalmente da Boezio e Cassiodoro; anche nel Medioevo, in armonia con l’indirizzo speculativo generale, l’attenzione si concentra soprattutto sulle trattazioni astratte di teoria musicale.
Fu solo nella seconda metà del 19° sec. che ci si preoccupò di elaborare un ‘metodo’ per questa disciplina. Tuttavia già nel 16° sec. G. Zarlino, nelle Istituzioni armoniche (1557), pur praticamente e tecnicamente indirizzate, offre dati importanti per l’interpretazione dell’arte polifonica del suo tempo; all’opera di Zarlino si riallacciano i trattati L’antica musica ridotta alla moderna prattica (1555) di N. Vicentino e il Dialogo della musica antica et della moderna (1557) di V. Galilei, ambedue interessanti e caratteristici della cultura musicale del Rinascimento. Un gruppo di opere del 17° sec., nonostante l’accenno a nuove intenzioni, non si allontana dal tipo tradizionale: Syntagma musicum (1614) di M. Praetorius, Istoria musica (1695) di G.A. Bontempi. Con il mutare delle condizioni culturali, nel 18° sec., si afferma una tendenza verso gli studi propriamente storici negli scritti dei francesi J. Bonnet, C. Blainville, J.-B. La Borde e dei tedeschi F.W. Marpurg e M. Gerbert. Più note e, per diversi riguardi, più significative sono le opere generali dell’età illuministica di J. Hawkins, General history of the science and practice in music (1776), e, di C. Burney, General history of music (1776-89); al secondo si devono anche le preziose informazioni dei due libri di viaggio The present state of music in France and Italy (1771) e The present state of music in Germany, the Netherlands and United Provinces (1773). Fra gli storici musicali del 18° sec. meritano una citazione a parte l’italiano G.B. Martini, autore di una Storia della musica (1757-81), e il tedesco J.N. Forkel, autore di una Allgemeine Geschichte der Musik (1788) che dimostra una più matura concezione storica. Un indizio dell’approfondimento dello studio storico nel 18° sec. si può anche ravvisare nella relativa abbondanza di lessici e dizionari musicali (S. Brossard, J.G. Walther, J.-J. Rousseau, E.L. Gerber), nonché nella pubblicazione di uno dei primi repertori bibliografici, la Allgemeine Literatur der Musik (1792) di J.N. Forkel.
Nel 19° sec. si sviluppa la concezione storiografica, di cui sono opere rappresentative, sebbene ambedue rimaste incompiute, le grandi storie generali di F.-J. Fétis, autore anche della celebre Biographie universelle des musiciens (1837-44; nuova ed. 1866), e di A. W. Ambros. La seconda metà del 19° sec. può essere contrassegnata come il periodo in cui l’indagine musicale assume coerenza e sicurezza di metodo: alle pubblicazioni di musiche delle varie epoche si accompagnano le trattazioni monografiche sui grandi musicisti, tra le quali si distinguono quelle di G. Baini, C. Winterfeld, P. Spitta, F. Chrysander, O. Jahn, K.F. Pohl, A.W. Thayer, K.F. Glasenapp, e gli studi su particolari periodi storici, tra cui emergono quelli di C.-E. de Coussemaker, F.A. Gevaert, J. Pothier; a questo periodo di fecondo risveglio appartiene anche la fondazione di importanti periodici musicali.
Fra le storie generali del 20° sec. figurano quella di H. Riemann, nonché la Oxford music history, lo Handbuch der Musikgeschichte edito da G. Adler, Handbuch der Musikwissenschaft edito da E. Bücken, tutte dovute alla larga collaborazione di illustri musicologi, così come le varie edizioni del Dictionary of music and musicians di G. Grove (la cui prima edizione risale al 1878-89) e la Encyclopédie de la musique di A. Lavignac; da ricordare ancora La musica di A. Basso (6 vol., 1966-71) e il Dizionario della musica e dei musicisti (1983-90) della UTET. Nel campo delle indagini particolari si sono avuti magistrali esempi di ricerca storica, dovuti, tra molti, ai nomi di R. Rolland, H. Prunières, E. Dent, A. Schering, T. de Wyzewa e G. Saint-Foix, A. Einstein e degli italiani G. Cesari, F. Torrefranca, A. Della Corte, F. Abbiati, G. Confalonieri, G. Pannain, L. Ronga, M. Mila, F. D’Amico, M. Bortolotto, G. Carli Ballola, F. Degrada.