Uomo politico romeno (Scorniceti, Valacchia, 1918 - Târgovişte 1989). Comunista, imprigionato (1936-38 e 1940-44) per attività antifascista, nel dopoguerra ricoprì importanti incarichi di partito e di governo. Divenuto segretario generale del Partito comunista alla morte di Gheorghiu-Dej (1965), nel 1967 assunse la carica di presidente del Consiglio di stato e nel 1974 anche quella, allora istituita, di presidente della repubblica. Riconfermato regolarmente alla guida del partito e dello stato, C. condusse una politica estera autonoma dall'URSS, criticando nel 1968 l'invasione della Cecoslovacchia, mantenendo buone relazioni con la Cina e sviluppando i rapporti economici e politici con l'Occidente. Sul piano interno, instaurò un regime autoritario e personalistico, i cui tratti dittatoriali si accentuarono negli anni Ottanta anche in relazione al peggioramento della situazione economica e alle conseguenti pesanti restrizioni imposte alla popolazione rumena. La ribellione di quest'ultima nel dic. 1989 sfociò in una violenta rivoluzione, nel corso della quale C. e la moglie Elena, catturati mentre tentavano di fuggire, furono sottoposti a processo sommario, condannati a morte e fucilati (25 dicembre).