Matematico norvegese (Findö 1802 - Froland 1829), la cui opera è stata determinante nello sviluppo della matematica moderna. Fu sostanzialmente un autodidatta; nel 1825-26, grazie a una pensione governativa, soggiornò a Berlino e a Parigi; tornato in patria, ebbe un modesto incarico d'insegnamento. Si debbono all'A. risultati fondamentali soprattutto nell'algebra e nella teoria delle funzioni. In algebra, il suo nome è legato al teorema, acquisito indipendentemente anche dall'italiano Paolo Ruffini, secondo il quale l'equazione generale di grado superiore al quarto non è risolubile per radicali. Nella teoria delle funzioni, A. ha sviluppato ricerche fondamentali sulle funzioni ellittiche, ispirate alla geniale idea, nella quale si incontrò con il contemporaneo K.G.J. Jacobi, dell'inversione dell'integrale ellittico di prima specie, dotando così l'analisi matematica di uno dei suoi capitoli più interessanti e fecondi. Gli si deve anche lo studio d'un primo esempio di equazione integrale.