(accadico Ninuwā o Ninuwa o Ninua o Nina) Antica capitale dell’Assiria, posta sulla riva orientale del Tigri, di fronte alla od. Mossul (Iraq). Documentata dai livelli archeologici sin dal 7° millennio a.C., divenne residenza reale alla fine del millennio successivo. Sennacherib (704-681 a.C.) vi costruì una doppia cinta di mura, un palazzo con magnifici rilievi, un arsenale, canali, parchi, vie e templi. Assurbanipal (668-626) vi fece scolpire, sulle pareti del suo palazzo, le famose scene delle sue cacce e delle sue guerre, e vi raccolse una biblioteca di oltre 24.000 tavolette cuneiformi. La città fu distrutta nel 612 dall’assalto congiunto dei Medi e dei Babilonesi, e solo in età ellenistica vi fu ricostruito un centro fortificato. Le indagini archeologiche hanno individuato anche tracce di abitazioni databili agli inizi del 4° millennio.
Dopo le esplorazioni estremamente sommarie di J. Cartwright nel XVII sec. e le osservazioni di K. Niebuhr e C. I. Rich (1820), le prime ricerche di un certo rilievo furono quelle di P. E. Botta (v.) nel 1842 e di A. H. Layard (v.) nel 1845. Più tardi, nel 1852, sebbene gli scavi clandestini avessero attirato l'attenzione dei ricercatori sulle località di Khorsābād e di Nimrud, V. Place a Quyungiq e H. Rassam a Nebī Yūnus ripresero gli scavi; una violazione degli accordi intervenuti tra i due esploratori condusse H. Rassam (1852-54) sull'assai più fruttuosa collina settentrionale. Le campagne negli anni successivi furono condotte da W. K. Loftus (1854-55), G. Smith (1873-74, 1876) e H. Rassam (1878-82). Tra il 1888 e il 1905 E. A. W. Budge, L. W. King e R. Campbell Thompson con diversi viaggi posero le basi per un'esplorazione scientifica, che si attuò, sul sito di Quyungiq, tra il 1927 e il 1932 sotto la direzione di R. Campbell Thompson per iniziativa del British Museum; in anni più recenti (1987-90), l'archeologo britannico D. Stronach ha condotto ricognizioni e scavi nel sito.
Nel marzo 2015 parte del tratto murario nei pressi della Grande Moschea è stato distrutto dalle milizie jihadiste dell'Is, che dall'anno precedente controllano il territorio in cui è ubicato il giacimento e che hanno prodotto devastazioni in numerosi altri siti e musei dell'area; gravissimi danni hanno subìto anche statue e altri reperti archeologici provenienti dal sito e conservati presso il Museo Ninive di Mosul, in un'operazione filmata e diffusa in Internet dai terroristi islamici.