Indirizzo di teoria economica sviluppatosi verso la fine degli anni 1960 ispirato al monetarismo di M. Friedman. Portandolo alle estreme conseguenze, nega ogni spazio alle politiche attive anche nel breve periodo. Poiché gli operatori economici reagiscono in maniera intelligente (aspettative razionali) ai mutamenti nelle manovre di politica economica, non è possibile manipolare la domanda aggregata e aumentare la produzione al di sopra del suo livello ‘naturale’. Partendo da una situazione di equilibrio non inflazionistico con prezzi perfettamente flessibili, a un aumento annunciato dell’offerta di moneta corrisponderà un’aspettativa di aumento dei prezzi che lascerà invariate le variabili reali. Per i teorici della n. è difficile identificare gli shock a cui reagire senza provocare incertezze nel sistema economico; al contrario, il mantenimento di regole fiscali e monetarie fisse favorisce il corretto funzionamento dell’economia nel lungo periodo. I principali esponenti di questo indirizzo sono gli economisti R. Lucas, T. Sargent e P. Minford.