Parte orientale del Deserto Libico, in Egitto, rivelata agli Europei dall’italiano G.B. Belzoni. Occupa una cavità (1800 km2), per la maggior parte di roccia o sabbia, recinta da orli ripidi (100-200 m). Numerose sorgive rendono abitabili alcune zone, con la presenza di palme e vasti pascoli. Gli abitanti sono raccolti in piccoli centri verso il margine settentrionale della depressione.
Nel 1996 vi è stata scoperta una vasta necropoli di età greco-romana (fine sec. 4° a.C.-4° sec. d.C.). Nelle tombe ipogee sono state rinvenute 105 mummie impilate (molte con maschere auree, pettorali decorati, corpo ricoperto di lamine d’oro), statuette, gioielli, vasellame e monete. La fondazione del sito, che crebbe in età greca e raggiunse la massima fioritura in età romana, risale alla XXVI dinastia (570-526 a.C.), periodo cui si data la tomba dipinta, attribuita a Eyuf, governatore dell’oasi, rinvenuta nel 2000.