Monumento monolitico dell’antico Egitto, dalla caratteristica forma quadrangolare allungata e sottile, terminante con una punta piramidale. Rappresentazione di un simbolo solare, gli o. portavano incise sulle quattro facce iscrizioni riferite ai sovrani e alle divinità. La pietra usata era generalmente la sienite, eccezionalmente il basalto. Talvolta la punta era dorata perché potesse riflettere i raggi solari. Lavorati nella cava, si trasportavano poi via fiume; erano collocati generalmente in coppia davanti ai templi. Attualmente in Egitto rimangono solo 5 o. (due a Karnak, gli altri tre a Eliopoli, Luxor e Il Cairo). Gli o. egizi furono imitati in Etiopia (➔ Aksum) e molti giunsero a Roma in periodo imperiale come ornamento di monumenti. A partire dal 16° sec. furono valorizzati e impiegati come punti focali della ristrutturazione urbanistica di Roma, prima su iniziativa di Sisto V e poi dei successivi pontefici.