Orazi e Curiazi. - I tre campioni romani (Orazi) e i tre albani (Curiazi), trigemini gli uni e gli altri, eroi della guerra sorta tra Alba e Roma sotto Tullo Ostilio, scelti a decidere in tenzone diretta circa la supremazia delle due città rivali. In un primo momento ebbero la meglio i Curiazi che, pur feriti, uccisero due Orazi: il terzo Orazio, incolume, riuscì a separare i Curiazi con una finta fuga e li uccise. Sdegnato dei lamenti della sorella, fidanzata a un Curiazio, la uccise, e, condannato a morte, fu graziato a furor di popolo. La leggenda dovette essere elaborata nel 5° o nel 4° sec. a. C.; a essa erano collegati alcuni monumenti: le tombe degli Orazi e Curiazi sulla Via Appia, la pila Horatia nel Foro (una colonna alla quale si riteneva fossero state appese le spoglie dei Curiazi), il tigillo sororio (forse un'antichissima porta), presso il quale erano le are di Giano Curiazio e di Giunone Sororia.
L'episodio trovò il suo poeta in P. Corneille con la tragedia Horace (1640), ma vale ricordare anche l'Orazia (1546) di P. Aretino. Vari libretti di opere musicali si ispirarono alla tragedia di Corneille, quali Gli Orazi (1786) di A. Salieri, Gli Orazi e Curiazi (1796) di D. Cimarosa. A. Honegger ha composto una sinfonia mimata dal titolo Horace victorieux (1921).