(sp. Pamplona; basco Iruña) Città della Spagna settentrionale (197.275 ab. nel 2008), capoluogo della prov. e della Comunità autonoma di Navarra. Situata a 450 m s.l.m. sopra un colle dominante la vallata del fiume Arga, che circonda per due lati (a N e a E) la città, si trova sulle vie di comunicazione che congiungono la costa basca e i valichi pirenaici con Barcellona. Principale centro culturale e commerciale della Navarra e antico centro agricolo, P. nel 20° sec. ha notevolmente sviluppato il settore secondario (industrie alimentari, tessili, chimiche, meccaniche, delle armi, della concia e calzaturiere). La città è nota anche per le manifestazioni folcloristiche connesse con la festa di San Firmino, durante la quale si tiene una rinomata corsa dei tori.
È forse l’oppidum presso il quale si ritirò Pompeo Magno nell’inverno del 75 a.C., durante la lotta contro Sertorio, ma è incerto se a Pompeo si debba ascrivere il nome Pompelo che le fonti attribuiscono alla P. romana. Conquistata dai Visigoti di re Enrico solo nel 466, P. subì temporaneamente dal 542 l’occupazione franca e per pochi decenni quella degli Arabi, cui la tolse già nel 778 Carlomagno; nel 9° sec. divenne capitale del regno cristiano di Navarra. P. fu soggetta ai suoi vescovi fino al 1321: quindi passò alle dirette dipendenze della corona che l’anno successivo ne riconobbe l’autonomia comunale. Nella 1ª metà del 16° sec. fu disputata accanitamente da Francia e Spagna; occupata nel 1512 da Ferdinando il Cattolico, fu assediata invano nel 1521 da Enrico II d’Albret re di Navarra con il concorso dei Francesi. La piazzaforte di P., conquistata dai Francesi il 16 febbraio 1808, si arrese agli Spagnoli solo il 30 ottobre 1813. Durante la campagna del 1823 contro la Repubblica di Spagna, i Francesi riuscirono, il 16 settembre, a ottenere la resa di Pamplona.