PARMA (XXVI, p. 382; App. I, p. 921; II, 11, p. 507)
Ricostruiti i quartieri ferroviario e industriale a nord della via Emilia e la zona rivierasca del torr. Parma, che erano stati gravemente provati dalla guerra, è continuata l'espansione dell'abitato urbano.
L'area entro la circonvallazione dove si trovavano ancora anteguerra diverse aree verdi è stata interamente occupata da fabbricati. In particolare è stato rimosso il grande monumento a G. Verdi e il giardino compreso fra questo e la stazione ferroviaria è divenuto un'ampia piazza circondata da costruzioni sviluppate in altezza che formano un moderno quartiere dentro la più antica città. Sola zona verde è rimasto il grande Giardino Ducale posto oltretorrente. L'abitato si è esteso notevolmente anche in direzione della periferia, verso levante e ponente lungo la via Emilia e le nuove strade che da essa si dipartono lateralmente, come pare lungo le principali direttrici del traffico interregionale verso La Spezia, a sudovest, e verso Brescia, a settentrione. In quest'ultima direzione, oltre lo scalo merci e la nuova zona industriale, l'ostacolo della linea ferroviaria che corre sopraelevata sta per essere superato dall'attrazione esercitata dalla Autostrada del Sole il cui accesso è a pochi chilometri dalla città.
La popolazione urbana era secondo il censimento del 1951 di 85.249 ab., mentre il comune ne contava 122.978, saliti a 140.844 nel 1961, nonostante il distacco del territorio del ricostituito comune di Vigatto (km2 55,15 e 6.967 abitanti) che è avvenuto alla fine del 1951, dopo otto anni dall'annessione al comune parmense. Questo ha ora una superficie di 205 km2 e una densità di 658 ab/km2 (472 nel 1951). Meno di 1/5 della popolazione attiva è dedito all'agricoltura, oltre 1/4 all'industria e circa altrettanti alle attività terziarie. L'economia cittadina è ancora strettamente legata alla campagna circostante e P., per la sua ubicazione all'incrocio di importanti vie di comunicazione, è oggi il secondo centro commerciale dell'Emilia, che smista i formaggi, il burro, i salumi della provincia e soprattutto le conserve di pomodoro, che hanno assunto in questi ultimi anni un posto di rilievo (oltre 22.000 t annue di concentrato). Di conseguenza sono sorte industrie specializzate nella costruzione di impianti per la lavorazione del pomodoro e tre stabilimenti per lo scatolame. Tutte queste attività hanno trovato espressione nella "Mostra internazionale delle conserve, degli imballaggi e della produzione alimentare" che si tiene annualmente. Grande sviluppo ha avuto anche la tradizionale industria dei profumi, cui sono legate due industrie vetrarie che impiegano un migliaio di operai e riforniscono anche l'industria farmaceutica, ora presente con diversi stabilimenti. L'antico Teatro Farnese, danneggiato dai bombardamenti aerei, è stato restaurato. Vedi tav. f. t.