Bastone simbolico, parte delle insegne pontificali proprie del vescovo e (per privilegio) di alti prelati (come, per es., gli abati). Viene consegnato al vescovo nel rito di ordinazione.
Raffigurato dentro lo scudo simboleggia premio di virtù e dignità ecclesiastica, posto in palo dietro lo scudo diventa ornamento esteriore (➔ ornamento). Insieme alla mitra veniva usato, in passato, da arcivescovi e vescovi, ancora oggi da abati e prelati nullius e da abati e prevosti che abbiano ricevuto la benedizione abbaziale per indicare il grado di dignità ecclesiastica. Arcivescovi e vescovi lo portavano volto a sinistra verso l’esterno, gli altri lo usano ricoperto da un velo, volto a sinistra verso l’interno. I vescovi e abati sovrani dell’Impero germanico lo portavano accollato allo scudo in croce di Sant’Andrea con una spada nuda. Negli stemmi di città indica la giurisdizione che avevano vescovi e abati in virtù dei loro poteri temporali.
Dalla primitiva verga, ricurva in cima, il p. ha sviluppato forme elaborate, dall’età ottoniana al rococò. Una classe a parte è costituita dai p. a tau (esempi di età preromanica e romanica). Svariati furono i materiali usati per la realizzazione di p.: legno, osso o avorio, metallo. La parte di maggior rilievo artistico, anche per la preziosità dei materiali, fu il riccio. Venne spesso realizzato in forma di drago attorto e con le fauci spalancate; fu altrimenti interpretato come un’elaborata cornice per raffigurazioni religiose varie, che vanno dall’agnello mistico fino a complesse scene sacre.