Copertura del capo di forma schiacciata e bicuspidale, con due fasce (dette vitte o infule) che ricadono sulle spalle (fig.).
Raffigurata dentro o sopra lo scudo, la m. è simbolo di dignità ecclesiastica. In passato, timbrava lo stemma di arcivescovi e vescovi e ancora oggi timbra le armi di abati e prelati nullius e di abati e prevosti che hanno ricevuto la benedizione abbaziale (dal 14° sec. si introdusse l’uso di timbrare lo stemma anche con il cappello). Gli arcivescovi timbravano il proprio stemma con una m. gemmata posta al centro, di fronte e il pastorale in palo, dietro lo scudo, volto all’esterno verso sinistra; i vescovi la ponevano di fronte a destra con il pastorale nella stessa posizione degli arcivescovi; gli abati regolari la inclinavano a destra con il pastorale a sinistra volto all’interno, gli abati commendatari, di profilo a destra con il pastorale come i regolari; i canonici mitrati, di profilo a destra. In Germania i vescovi raffigurano il pastorale dentro la m. e spesso la pongono sull’elmo. La m. si vede anche sugli stemmi dei secolari per indicare i protettori delle abbazie.
Nella liturgia cristiana, la m. è portata nelle funzioni liturgiche solenni dal papa, dai cardinali e dai vescovi (ai quali compete per diritto) e da abati, prelati e canonici, in forza di particolari privilegi.
Elemento fisso di muratura, di cotto, di cemento o mobile, di lamiera zincata come la cosiddetta m. John, dal profilo simile a quello di una m., che si dispone alla sommità delle canne di camino allo scopo di impedire che il vento disturbi il tiraggio e per evitare caduta di pioggia, neve ecc. Si applica, in genere, a camini di piccole e medie dimensioni.