Concrezione sferica, piriforme o a goccia, che si forma nel mantello di alcuni Molluschi Bivalvi intorno a un corpo estraneo, il nucleo, che può essere anche un parassita (in genere una larva di Trematode).
Le p. sono composte di sostanze varie (madreperla, prismi calcarei, conchiolina). Nell’uso comune si dà questo nome solo a quelle di sostanza madreperlacea, usate in gioielleria, alcune delle quali (p. fini o p. orientali) sono molto pregiate. P. vergini è la denominazione delle p. non ancora lavorate (disidratate, perforate ecc.); le p. vedove sono le p. già perforate, pronte per essere utilizzate come ornamento. Accanto alle p. naturali sono in commercio p. vere, ma ottenute artificialmente, dette p. coltivate, e le p. giapponesi; inoltre si fabbricano p. false.
Le p. sono prodotte da alcuni Bivalvi marini e d’acqua dolce, un gasteropode e un cefalopode (Nautilus). Tra i Bivalvi marini il genere Pteria è quello da cui si ottiene la maggiore quantità e la migliore qualità delle p., che si formano soprattutto nelle seguenti specie: Pinctada margaritifera; Pteria martensi; Pteria vulgaris; Pteria californica. Queste specie, dette comunemente ostriche perlifere, si trovano in banchi naturali su fondo roccioso fino a profondità di 50 m. Molti altri Molluschi formano p., per lo più di scarso o nullo valore commerciale. Fra i Bivalvi d’acqua dolce ricordiamo la citata Pinctada margaritifera e varie specie dei generi Unio e Anodonta.
La p. si forma intorno a un corpo estraneo introdottosi fra la conchiglia e il mantello, il cui epitelio secerne lo strato madreperlaceo della conchiglia. Se il corpo estraneo non si approfonda nel mantello, si forma una p. incompleta che rimane aderente alla conchiglia (bisperla o mezzaperla; v. fig. B). Se il corpo estraneo è completamente circondato dall’epitelio del mantello (sacchetto perlifero) si forma una p. completa. Le p. complete molto irregolari sono dette p. barocche o scaramazze. Le barocche sono spesso p. muscolari, date cioè da sacchi perliferi sviluppatisi nei muscoli. I banchi di pesca più anticamente noti sono quelli del Golfo Persico, del Mar Rosso e dello Sri Lanka. La produzione dei Molluschi provvisti di p. è bassa, il che ne aumenta il valore.
I Cinesi, fin dai tempi antichi, producevano bisperle introducendo tra il mantello e la conchiglia sferette metalliche o di madreperla. I Giapponesi adottarono questa tecnica ottenendo p. emisferiche, aderenti alla conchiglia, che, completate con una calotta di madreperla, vengono messe in commercio (p. giapponesi); in seguito si riuscì a ottenere artificialmente delle p. vere (p. coltivate), che si possono trovare in commercio a prezzi relativamente bassi. Il procedimento adottato è il seguente: l’ostrica perlifera Pteria martensi viene allevata in apposite gabbie metalliche, sospese a mezz’acqua in una insenatura tranquilla, comunicante con il mare aperto. A tre anni di età le ostriche vengono raccolte e nel connettivo del mantello di un’ostrica si impianta un lembo di epitelio secretore della conchiglia preso da un’altra, legato a forma di sacchetto e contenente un piccolo nucleo di madreperla. Dopo alcuni anni (da tre a sette), si procede alla raccolta delle ostriche e quindi delle perle. Le p. risultano costituite dalla sovrapposizione di sottili strati di materiale iridescente formati da cristalli pseudoesagonali, orientati in modo tale che l’asse cristallografico maggiore formi un angolo di 90° con il piano degli strati medesimi; questi strati sono tenuti insieme da una secrezione cornea organica, la conchiolina. In media le p. risultano costituite da 90-92% di aragonite, dal 4-6% di sostanza organica e dal 2-4% di acqua. È molto difficile distinguere le p. coltivate da quelle naturali.
Il riconoscimento di una p. si fonda sui caratteri della superficie esterna, di cui i più importanti sono lo splendore, la lucentezza e l’oriente: lucentezza e oriente insieme danno l’acqua della perla. La velocità di accrescimento delle p. è funzione di diversi fattori (tipo di mollusco, ambiente ecc.); nelle acque giapponesi si calcola sia di 0,1-0,2 mm/anno. L’unità di massa che si utilizza per il commercio delle p. è il grano, cioè 1/4 di carato, che corrisponde a 1/20 di grammo.
Perlometro Tipo di microscopio binoculare che, con particolare sistema di doppia illuminazione, per trasparenza e per riflessione, consente di osservare nelle p. coltivate forate la presenza di un nucleo di madreperla e di stabilirne il volume.
In patologia, p. cornea (o p. epiteliale), formazione istologica rotondeggiante, tipica di alcuni epiteliomi, le cui cellule si addossano in strati concentrici evolvendo, a cominciare dalle zone più interne, verso la formazione di cellule cornee.