Indumento maschile e femminile, lungo e ampio, privo di maniche, spesso con cappuccio, che si porta sopra i vestiti, appoggiato sulle spalle e agganciato al collo in modo che ricaschi tutto intorno alla persona e possa drappeggiarsi variamente.
Nell’antichità e nel Medioevo il m. fu simbolo di dignità e venne adottato solo dai nobili. L’investitura delle maggiori cariche si effettuò con il dono del m., che servì a distinguere gli ordini cavallereschi. Gli imperatori d’Oriente, i grandi personaggi del 10° e 11° sec. portavano il m. quadrangolare, fermato sulla spalla destra; il m. semicircolare fu fin dall’11° sec. comune agli uomini e alle donne delle classi alte. Dal 13° sec. fu adottato anche dalle donne della borghesia; solo le maritate e le anziane potevano indossarlo. Nel 16° sec. gli uomini portavano m. cortissimi; nel 17° i m. furono ornati di pellicce e ricami. Il m. del 18° sec., di seta o di panno, fu privo di ornamenti; nella moda femminile si usavano m. di seta o merletto. Nel 19° sec. gli uomini portavano m. azzurri alla ‘pellegrina’ e m. grigi; le donne adottarono il m. lungo e largo e le mantellette ‘dolman’ (guarnite con alamari e orlate di pelliccia). Attualmente m. può indicare un cappotto ampio, privo di cintura.
Drappo solitamente di colore rosso, foderato di pelliccia, a volte armeggiato, annodato ai lati in alto con cordoni d’oro, che viene raffigurato accollato allo scudo, movente dall’elmo o dalla corona. Fa parte degli ornamenti esteriori (➔ ornamento) dello stemma. L’uso risale al 16° sec.; originariamente figurava solo nelle armi reali e dal 17° sec., quando queste vennero circondate dal padiglione, fu usato solo da principi, duchi e pari. In Francia anche i presidenti à mortier accollarono al proprio stemma un m. scarlatto, foderato di ermellino (come quello indossato nelle cerimonie in Parlamento); il primo presidente portava sui risvolti, a sinistra, tre galloni d’oro come contrassegno della cavalleria che era annessa alla carica.
L’origine si fa risalire sia all’uso medievale di esporre, durante i tornei, le armi dei cavalieri su tappeti preziosi posti sotto tende o padiglioni sia ai lambrecchini a mantellina (➔ lambrecchini) che ampliandosi formavano un m. rivoltato nella parte superiore e ai lati dello scudo.
M. terrestre, la zona interna della Terra sottostante alla crosta e che ricopre il nucleo (➔ Terra). In altri pianeti e satelliti (per es., Marte, Luna), il m. è la regione intermedia tra gli strati più superficiali e quelli più interni.
Parte di un’apparecchiatura (o macchina) che copre o contiene dispositivi o altri elementi.
Nella scenotecnica, m. d’Arlecchino, elemento del palcoscenico a cornice del sipario, costituito da un telone orizzontale e due teloni verticali. I due teloni verticali sono normalmente fissi, a una distanza determinata dalla larghezza del boccascena; il telone orizzontale (che serve a coprire la strada sulla quale scorre il sipario, la prima bilancia e l’americana alla quale sono appesi i proiettori) può essere alzato o abbassato per variare la proporzione del quadro scenico.
Nell’arte mineraria, la superficie troncoconica fissa che delimita, esteriormente, la camera di comminuzione di un frantumatore rotativo (➔ frantoio).
Nella propulsione navale, condotto nel cui interno è sistemata l’elica propulsiva, nei sistemi di propulsione detti a elica in mantello, o a elica intubata.
Nella tecnica nucleare, m. di un reattore autofertilizzante, lo strato di materiale fertile posto attorno al nocciolo del reattore con lo scopo di assorbire, almeno in parte, i neutroni che sfuggono dal nocciolo stesso; tale strato si trasforma così da materiale fertile in materiale fissile.
L’insieme dei peli e dei crini che ricopre la superficie del corpo dei Mammiferi, considerati dal punto di vista del loro colore.
Strato esterno del corpo dei Molluschi, che secerne la conchiglia.
Rivestimento del corpo dei Tunicati.
In anatomia comparata m. cerebrale, lo stesso che pallio.