sipario Telone dipinto o decorato che nei teatri chiude il palcoscenico all’altezza del proscenio e viene alzato e abbassato all’inizio e alla fine dello spettacolo o delle sue eventuali divisioni. Con altra funzione, il s. spartifuoco (o tagliafuoco), prescritto per tutti i teatri di una certa importanza per separare in caso d’incendio il palcoscenico dalla sala e impedire il propagarsi del fuoco, è costituito da due lamiere ondulate affacciate con interposizione di materiale isolante o di tubi verticali.
Nella storia del teatro, il siparium latino è il piccolo cortinaggio che nasconde parte della scena e, solo per amplificazione, il vero e proprio s., il quale più comunemente viene detto aulaeum. Il s. del teatro greco era di stoffa, sostenuto da tiranti e assi lignei, e veniva sollevato dal basso verso l’alto, fino all’altezza del fondale. Negli spettacoli religiosi medievali, che avevano luogo nelle chiese o sulle piazze, il s. propriamente detto fu abolito; si tendevano all’occorrenza cortine di mascheramento o s. parziali. Il s. tornò in onore con la costruzione dei teatri coperti e lo sviluppo del palcoscenico in profondità, ma con sistema di apertura quasi sempre a doppia partita, rientrante ai lati del proscenio. Forse solo con il predominio della scenografia pittorica del 17° sec. si ebbe il vero e proprio telone dipinto con allegorie allusive alle arti o riferite al soggetto dello spettacolo rappresentato. Dal 17° sec. in poi, soprattutto nel Settecento, il s. fu considerato come un ‘frontespizio’, un titolo figurato dell’opera destinato ad attrarre gli sguardi degli spettatori durante la preparazione dello spettacolo. Nel tardo Ottocento si diffusero sempre più i teloni descrittivi, con spunti storici. In tempi moderni, per opera soprattutto di artisti russi (L.S. Bakst, fra gli altri) il s. riacquistò una sua importanza decisiva. Attualmente si usa spesso un tipo di s. sollevabile dipinto a modesti motivi decorativi o pubblicitari, che poco prima e durante gli intervalli della rappresentazione sostituisce il s. apribile.