Badòglio, Pietro. - Generale italiano (Grazzano Monferrato 1871 - ivi 1956). Capo di S. M. generale sin dal 1925, condusse la vittoriosa campagna in Etiopia (1935-36). Si dimise durante la seconda guerra mondiale dopo l'insuccesso in Grecia. Chiamato dal re a sostituire B. Mussolini (25 luglio 1943), concluse con gli Alleati l'armistizio (3 sett. 1943). Dopo la liberazione di Roma lasciò il governo a I. Bonomi (10 giugno 1944).
Capitano di S. M. durante la guerra libica, ten. col. all'inizio della guerra italo-austriaca, dopo la ritirata del nov. 1917 fu chiamato dal comando del 27º corpo d'armata alla carica di sottocapo dello Stato Maggiore generale. Capo di S. M. dell'esercito nel 1919, fu poi (1924-25) ambasciatore in Brasile; quindi (1925) capo di S. M. generale e (1926) maresc. d'Italia. Governatore della Libia dal 1929 al 1933, nel 1935-36 condusse rapidamente a termine, in qualità di Alto Commissario per le colonie dell'Africa Orientale, la campagna contro l'Etiopia. Riassunte nel 1936 le funzioni di capo di S. M. generale, che giuridicamente non aveva mai lasciate, si dimise durante la seconda guerra mondiale quando, espresso parere contrario alla guerra contro la Grecia, fu incolpato in seguito dell'insuccesso. Dal 1937 al 1941 fu presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. Ritornò sulla scena politica il 25 luglio 1943, allorché venne chiamato dal re a sostituire Mussolini. Costituito un ministero di funzionari, concluse con gli Alleati l'armistizio di Cassibile (3 sett. 1943) e - reso noto questo dagli Alleati l'8 sett. - abbandonò la capitale trasferendosi col re e le più alte autorità militari a Brindisi. Osteggiato per il suo passato e per la sua politica ambigua dalle forze antifasciste non monarchiche, costretto ad accettare il 29 sett. il "lungo armistizio", ostile all'abdicazione del re, il B. dovette proseguire nel sistema di un ministero tecnico (rimaneggiamento del 16 nov. 1943; gabinetto dell'11 febbr. 1944), finché il ritorno di P. Togliatti dalla Russia e l'atteggiamento da questo assunto gli permisero il 22 apr. 1944 di costituire - accordatisi i partiti sulla luogotenenza del principe Umberto - un nuovo gabinetto su più larga base, durato fino alla liberazione di Roma e alla costituzione del ministero Bonomi (10 giugno 1944). Si ritirò allora a vita privata. Senatore del regno dal 1919, fu dichiarato decaduto nel 1946, ma il provvedimento fu annullato dalla Cassazione nel 1948. A una parente scrittrice, V. Vailati, B. confidò alcuni ricordi (Badoglio racconta, 1955), poi integrati da un volume di V. Vailati e G. Gigli, Badoglio risponde (1958).