Partito politico di sinistra fondato in Spagna nel gennaio 2014 da intellettuali e accademici legati al movimento degli Indignados – o Movimiento 15-M, dal giorno (15 maggio 2011) della mobilitazione popolare tenutasi a Madrid, in cui rappresentanti di centinaia di Paesi hanno manifestato contro il potere della finanza mondiale e la subordinazione della politica all’economia – il cui segretario generale dallo stesso anno è stato P. Iglesias Turrión. Ispirandosi ai modelli della sinistra bolivariana e con un forte radicamento territoriale, postulando una rivoluzione dal basso ed emergendo sulla scena politica come uno dei partiti europei anti-austerity che meglio hanno saputo trasformare la rabbia sociale in strategia politica, P. si è presentato alle elezioni europee del 2014, aggiudicandosi sorprendentemente l'8% dei voti (quarto partito spagnolo) e cinque eurodeputati, e confermando il suo successo alle consultazioni generali del dicembre 2015, dove si è attestato come terzo partito del Paese con il 20,6% delle preferenze e 60 seggi, e del giugno 2016, alle quali in coalizione con Izquierda Unida (IU) ha ottenuto il 21,7% dei consensi e 71 seggi. Proprio dall’alleanza con IU sono nate all’interno del partito profonde divergenze tra la corrente radicale e ortodossa di Iglesias, favorevole alla coalizione, e quella del cofondatore e segretario politico del partito Í. Errejón Galván, sostenitore di un sistema di intese ad ampio raggio e dell’avvicinamento al Partido Socialista Obrero Español (PSOE) per appoggiare l’investitura a premier del suo segretario P. Sánchez, in una grave fase di stallo politico che ha visto la Spagna priva di esecutivo per dieci mesi. Il confronto tra i due uomini politici, avvenuto al secondo congresso del partito nel febbraio 2017, ha registrato la netta vittoria di Iglesias, riconfermato nella carica di segretario generale con la maggioranza assoluta (60% dei consensi contro il 33% aggiudicatosi da Errejón), ottenendo il medesimo risultato al congresso tenutosi nel maggio 2018. Alle consultazioni politiche svoltesi nell'aprile 2019 la formazione politica ha registrato un consistente decremento dei consensi, scesi dal 14,3% dal 21,2% del 2016, ottenendo 42 seggi dei 71 occupati in precedenza; tale flessione è stata confermata dai risultati delle elezioni europee svoltesi nel maggio 2019, alle quali la formazione politica - che ha assunto la denominazione di Unidas Podemos - ha ottenuto il 10% dei suffragi. Nel novembre 2019, dopo una lunga fase di stallo politico e una serie di tornate elettorali che non hanno garantito la maggioranza assoluta al partito di governo PSOE, il suo leader Sánchez e Iglesias hanno firmato un’intesa per la formazione di un governo di coalizione, dal quale Iglesias si è dimesso nel marzo 2021 per opporsi all'avanzata delle destre. Nel marzo 2021 Iglesias ha rassegnato le dimissioni per opporsi all'avanzata delle destre, confermata dalle elezioni regionali svoltesi nel maggio successivo, dove il PSOE di Sánchez ha perso 13 dei 37 seggi che possedeva in Parlamento e Unidas podemos ha ricevuto il 7,2% dei consensi, pari a 10 seggi, ciò che ha indotto Iglesias a lasciare ogni incarico istituzionale e nel partito, subentrandogli alla segreteria di Podemos il ministro per i Diritti sociali I. Belarra. Un arretramento significativo delle forze di sinistra si è registrato anche alle elezioni amministrative del maggio 2023, alle quali Unidas Podemos e altre formazioni locali di sinistra hanno subìto un significativo decremento, uscendo dai parlamenti regionali di Madrid, Valencia e delle Canarie. In coalizione con la nuova formazione di sinistra Sumar, alle consultazioni politiche anticipate del luglio 2023 il partito ha ricevuto il 12,3% dei consensi, preceduto dal Partito popolare (33%), dai socialisti di P. Sánchez (31,7%) e affiancata dall'ultradestra di Vox (12,3%).