Comune del Friuli-Venezia Giulia (38,21 km2 con 51.733 ab. nel 2020), capoluogo di provincia fino al 30 settembre 2017. La cittadina, situata su un’altura alluvionale (a 24 m s.l.m.), si trova al centro dell’ampia area pianeggiante compresa fra la Livenza e il Tagliamento, fra le Prealpi Carniche e il mare. Nella seconda metà del 19° sec., in conseguenza dello sviluppo delle attività secondarie (industria tessile e della ceramica) e terziarie, la città è cresciuta notevolmente, espandendosi verso N e NO. Dal secondo dopoguerra, con l’incremento delle funzioni amministrative esercitate da P. e con l’aumento delle dimensioni produttive dell’industria, il centro urbano si è ulteriormente ampliato con propaggini più estese lungo le principali vie di comunicazione.
Dopo una fase di espansione demografica negli anni 1970 e 1980, nel corso degli anni 1990 la popolazione comunale è costantemente diminuita, per poi attestarsi, nei primi anni del 21° sec., intorno ai 50.000 abitanti.
P. è, sotto il profilo economico, uno dei centri più dinamici non solo del Friuli-Venezia Giulia, ma di tutta l’Italia settentrionale. L’assetto produttivo si fonda su un attivo impianto industriale, fortemente diversificato fra i comparti meccanico, elettromeccanico, metallurgico, chimico, della lavorazione della gomma e del legno. A partire dal secondo dopoguerra si è affermato in particolare il settore di produzione degli elettrodomestici, in cui P. ha raggiunto livelli di specializzazione di importanza primaria in Italia. L’apparato terziario è sviluppato sia nel ramo creditizio, che costituisce un valido supporto al settore secondario, sia nelle funzioni commerciali (la città è sede della Fiera campionaria nazionale del Friuli-Venezia Giulia).
P. è il romano Portus Naonis, ricordato la prima volta nel 452 d.C. Nell’898 era alle dipendenze feudali dei duchi del Friuli; passò poi a far parte del patriarcato di Aquileia. Nel 1276 accettò la sovranità degli Asburgo; fino al 1351 fu feudo dei di Porcia; solo nel 1508 Venezia poté rivendicarne il possesso dall’imperatore Massimiliano I.
Provincia di P. (2275 km2 con 310.502 ab. nel 2020), suddivisa in 50 Comuni, soppressa il 30 settembre 2017 in attuazione del piano di riordino del sistema della autonomie locali della regione Friuli-Venezia Giulia, avviato con Legge regionale 9 dicembre 2016, n. 20. Il territorio è situato nel settore occidentale del Friuli, e si estende fra le Prealpi Carniche a N, il fiume Tagliamento a E, la bassa pianura friulana a S, e il fiume Livenza a O.
La più alta crescita demografica (oltre il 9%) è stata registrata nel territorio provinciale fra i censimenti del 1971 e del 1981, in corrispondenza dello sviluppo del capoluogo, mentre alla fine degli anni 1980 si è manifestato un debole decremento. A partire dalla metà degli anni 1990, la popolazione è tornata a crescere grazie al saldo naturale positivo e a un flusso immigratorio legato al consolidamento dell’assetto economico del territorio.
L’economia si fonda su un settore industriale caratterizzato da una forte diversificazione produttiva. I principali comparti sono quelli degli elettrodomestici (oltre al capoluogo, Porcia), meccanico e metalmeccanico (Maniago, sede anche di coltellerie), della carta (Cordenons e Casarsa della Delizia), alimentare, delle materie plastiche e della ceramica. Notevole importanza per lo sviluppo economico locale rivestono inoltre alcuni vecchi comparti di specializzazione manifatturiera, in particolare l’industria del mobile di Sacile. La produzione agricola della provincia comprende cereali, frutta e vini di alto pregio. Sviluppato l’allevamento bovino.