Regione storica dell’Italia nord-orientale (dal nome latino di Cividale, Forum Iulii). Ampia circa 8000 km2, è limitata a O dal fiume Livenza e a E dal Timavo. Attualmente ricade per la massima parte nella regione amministrativa F.-Venezia Giulia, di cui occupa le province di Pordenone, Udine e Gorizia; alcune sue parti marginali sono comprese nel Veneto (territorio di Portogruaro in provincia di Venezia). Il F. è costituito da una pianura, che è la sezione più orientale della Pianura Padano-Veneta, e dalla cerchia montana che la circonda, formata dalle Alpi Carniche e da un breve tratto delle Alpi Giulie.
I resti più antichi (Paleolitico inferiore) della regione provengono dal riparo di Visogliano, che ha fornito una delle sequenze più complete tra quelle riferibili al Pleistocene medio d’Italia, con abbondanti faune, strumenti litici e alcuni resti umani (400.000 anni fa). Il Paleolitico medio (80.000-35.000 anni fa) è attestato da manufatti musteriani e resti ossei provenienti dalle grotte di Pocala, Cotariova e San Leonardo. Assai scarse sono le testimonianze del Paleolitico superiore: l’unico sito di rilievo è quello di Piancavallo.
Numerosi sono gli insediamenti in grotta del Mesolitico (8000-6000 anni fa) sull’altopiano carsico, che documentano, accanto alla produzione di industria microlitica e alla caccia a grossi mammiferi, la rapida affermazione della raccolta di molluschi marini.
Nel Neolitico si afferma un’economia basata sulla caccia, la raccolta, l’allevamento e la coltivazione. Tra le numerose testimonianze della cultura neolitica sul Carso giuliano emergono ceramiche a impressioni e oggetti in metallo (soprattutto armi).
L’età del Bronzo (1800-900 a.C.) è caratterizzata da numerosi ritrovamenti di armi e ornamenti, ricchi corredi funerari che testimoniano l’affermarsi di una classe egemone, insieme a una artigiana dedita alla lavorazione dei metalli (asce, pugnali, spade decorate). Un insediamento dell’età del Bronzo recente è stato individuato nel canale Anfora, presso Terzo di Aquileia.
Il periodo compreso tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro è caratterizzato dalla cultura dei castellieri, abitati fortificati da poderose mura a secco posti su alture tra i quali Cattinara-Colle della Chiusa (Trieste), Monrupino, Castions di Strada e Codroipo. Data la sua posizione geografica, il F. diventa un punto chiave nei traffici protostorici tra le civiltà di Hallstatt, dell’Italia e dell’area carpatico-danubiana. A Pozzuolo, in località Ciastei, è stato indagato un villaggio sviluppatosi tra il 7° e il 6° sec. a.C., la cui necropoli a cremazione con tombe a dolio presenta corredi della cultura atestina. Le fonti attestano la penetrazione nel 4°-3° sec. a.C. di una popolazione celtica, i Carni, la cui cultura materiale è documentata da alcune necropoli.
Dopo l’invasione dei Celti, nel 181 a.C. fu fondata in F. la colonia romana di Aquileia, che divenne centro di civiltà per tutta la regione e, nella prima metà del 3° sec., sede episcopale. Con le migrazioni barbariche, a capo della regione friulana si pose Forum Iulii (Cividale), divenuto una fortezza chiave, ma ogni difesa fu spazzata via dai Longobardi, che a Cividale crearono un potente ducato. Nel 7° sec., tuttavia, un’invasione avarica ebbe il sopravvento per qualche tempo sulla città. Passato sotto il dominio dei Franchi (794), il F. venne organizzato come marca. Spopolato dall’invasione ungara, perse importanza e Cividale, già capitale della grande marca orientale o Austria, divenne una semplice contea facente parte della marca di Verona, unita poi dall’imperatore Ottone I alla marca di Carinzia. L’importanza strategica della regione, però, favorì il ricostituirsi di uno stato aquileiese che durò dal 1077 al 1420 promovendo, contro la feudalità, il sorgere di Comuni. Proprio la rivalità di queste città con i da Carrara, signori di Padova, promosse l’intervento dei Veneziani che, ottenute Udine e Cividale, vollero unificare il F. aggiungendo le terre goriziane (16° sec.), contro l’imperatore Massimiliano.
La dominazione veneziana dette una fortissima impronta alla regione; nuovi fermenti si risvegliarono con la conquista francese del 1797. Ceduto all’Austria con il Trattato di Campoformio, dal 1805 al 1814 il F. fece parte del Regno italico, per tornare poi agli Asburgo. La dominazione austriaca fu sentita con ostilità, come fu provato dalla ostinata resistenza (1848) delle fortezze di Palmanova e di Osoppo, nonché di Udine. Il F. udinese fu unito all’Italia nel 1866, la provincia goriziana nel 1918. La Costituzione italiana del 1947 ha incluso il F. nella regione Friuli-Venezia Giulia.
Per l’età romana si segnalano gli scavi dell’anfiteatro di Virunum del 1° sec. d.C., di un grande complesso a Duino-Aurisina e delle ville rustiche di Tumbules (Udine) e di Ronchi dei Legionari (Gorizia), databili dalla fine del 1° sec. a.C.-inizi del 1° d.C. fino al 4° sec. d.C.
Per il periodo tardoantico e altomedievale, importanti sono gli scavi di estese necropoli a Roman d’Isonzo e a Farra di Isonzo (Gorizia); entrambi i siti, per la loro ubicazione, confermano che la strada percorsa da tutte le popolazioni barbariche che invasero l’Italia era quella che passava per Emona (odierna Lubiana). Di fondamentale importanza sono le campagne annuali di scavo ad Aquileia, della quale si viene sempre meglio definendo la topografia.
Il friulano, appartenente al gruppo linguistico ladino, è un idioma neolatino con caratteristiche proprie e ben definite concernenti il suo impianto fonologico, morfologico, sintattico e grammaticale; esso conserva importanti fenomeni del tardo latino, ma registra anche lo sviluppo di peculiari innovazioni. Il friulano, con l. 482/1999, è stato incluso nell’elenco delle lingue storiche minoritarie correntemente parlate da cittadini della Repubblica.