Praga
Il cuore boemo d’Europa
Al centro della Boemia, Praga è stata, fin dal Medioevo, la capitale della popolazione slava che più si è spinta a occidente, fino a fondersi, per lunghi periodi, con la popolazione e la cultura tedesche. Con un passato tormentato, ma ricco e cosmopolita, la città conserva splendide testimonianze, che ne fanno uno dei centri d’arte e di cultura più affascinanti d’Europa. La posizione nel mezzo dell’Europa centrale, il grande sviluppo socio-economico e soprattutto il suo passato di città tra Occidente e Oriente assegnano a Praga, oggi capitale della Repubblica Ceca, un ruolo cruciale di ponte, di mediazione, nel cammino di integrazione dei paesi slavi entrati di recente nell’Unione europea
Capitale della Boemia già poco dopo il Mille, Praga ha sempre conservato il ruolo di principale città delle terre slave più occidentali. Talmente occidentali da essere in strettissimo contatto con l’area germanica: Praga è stata, infatti, a lungo una città sia slava sia tedesca.
Sulla riva destra della Moldava, il nucleo più antico della città (Staré Mesto «Città Vecchia») si è formato intorno al 9° secolo, di fronte a un castello che già allora controllava un crocevia molto importante. Per questo luogo passavano, infatti, il percorso che univa il Mar Baltico con i Balcani e l’Adriatico, in direzione nord-sud, e il percorso che dalla Francia raggiungeva l’Ucraina e la Russia, in direzione ovest-est. Un castello, prima, un mercato poi, e infine una città, che già un secolo dopo si trovava nel cuore del regno di Boemia e ne diventava la capitale.
Malgrado le molte vicende storiche che hanno visto passare di mano il paese, per qualche tempo indipendente o autonomo, a lungo incluso in altri Stati, da allora in poi Praga non ha più perduto la posizione di supremazia urbana nella regione e, dal punto di vista storico-culturale, è tuttora una delle più importanti città europee, anche se non accoglie una popolazione particolarmente numerosa (1.162.000 abitanti).
Fin da quando Praga era soltanto un borgo commerciale, in corrispondenza di un ponte e di un incrocio importante, vi si insediarono mercanti tedeschi, ebrei e, naturalmente, cechi e la città crebbe rapidamente. Di questo primo periodo rimangono poche tracce, ma interessanti come il grande complesso dell’antico castello (che però ha assunto un aspetto barocco) e la chiesa di S. Giorgio o, un poco più tardo, il Palazzo Municipale di Staré Mesto. Già nel Duecento si formò una nuova vasta area edificata (che porta il nome di Malá Strana «Piccolo Quartiere») intorno al castello sulla riva sinistra del fiume; nel secolo seguente, fu necessario ampliare di molto le mura, per includere un terzo quartiere, quello di Nové Mesto («Città Nuova»), nel quale si apre la grande Piazza Venceslao, il centro della città odierna.
Il Trecento fu l’epoca del grande sviluppo di Praga, che venne scelta come residenza dall’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, figlio del re di Boemia. Fu lui a ingrandire la cinta delle mura, a istituire l’università, a costruire molti edifici pubblici in stile gotico e a chiamare nella città artisti e intellettuali che ne fecero un centro di livello europeo, e anche a far aumentare il numero di abitanti tedeschi. La chiesa di S. Maria di Tyn e soprattutto la cattedrale di S. Vito sono tra gli esempi di arte gotica più importanti di tutto il paese.
I decenni e i secoli seguenti, però, non furono sempre altrettanto sereni e prosperi per la città. Al centro di lotte etniche e religiose fra Trecento e Quattrocento, poi entrata nell’orbita dell’Austria degli Asburgo (asburgico, impero) nel Cinquecento, Praga visse un periodo confuso, interrotto da un altro imperatore che, alla fine del Cinquecento, vi stabilì la propria corte.
Come era accaduto due secoli prima, la corte imperiale suscitò un vivace fervore intellettuale e, al tempo stesso, promosse la ‘riqualificazione’ – come diremmo oggi – della città. Edifici e strade vennero rinnovati e Praga si trovò a essere di nuovo al centro di una rete di relazioni culturali ed economiche di livello europeo, accogliendo artisti e scienziati provenienti da molti paesi. Ma anche questo rinnovamento durò poco: ancora lotte religiose (e politiche) che opposero la città all’impero asburgico, poi la sconfitta e la repressione; la popolazione, che nell’anno 1600 era di 60.000 abitanti – una bella cifra per quei tempi – si ridusse più o meno alla metà nel giro di cinquant’anni, specie perché le guerre intralciavano il commercio; intanto, la componente tedesca aumentava di importanza.
La seconda metà del Seicento e il Settecento resero Praga, ormai saldamente nell’orbita austriaca, una delle capitali europee del Barocco. Anche in assenza di una vera vitalità economica, infatti, l’aristocrazia e la Chiesa gareggiarono nel costruire edifici sontuosi e sorprendenti: i gesuiti costruirono il collegio Klementinum, le famiglie nobili una serie di palazzi, e fu innalzata la chiesa di S. Niccolò, a Malá Strana, che è il monumento barocco più importante.
Solamente alla fine del 18° secolo la popolazione arrivò a superare quella del Seicento, tanto che la città inglobò alcuni sobborghi cresciuti fuori delle mura, mentre aprivano le prime fabbriche e si costruiva un porto fluviale sulla Moldava in funzione dell’industria. Ma la vera industrializzazione arrivò soltanto nella seconda metà dell’Ottocento, con i grandi impianti meccanici che fecero di Praga, già allora, uno dei centri industriali europei più consistenti. Ancora oggi i vari rami dell’industria meccanica sono fondamentali nel panorama economico praghese.
L’Ottocento fu anche il secolo del risveglio delle identità nazionali, e Praga non rimase certo ferma. La vivacità intellettuale del periodo, del resto, non si limitava all’ambito politico, ma riguardava la letteratura, le arti, le scienze, la filosofia. Anche se l’università in quel periodo era completamente germanizzata, il risveglio culturale riguardò sia la componente ceca sia quella tedesca (praghesi furono grandi scrittori di lingua tedesca, come Rainer Maria Rilke e Franz Kafka).
Con la fine della Prima guerra mondiale e l’indipendenza della Cecoslovacchia, Praga ritrovava il suo antico ruolo di capitale e iniziava una nuova fase di grande crescita edilizia, raggiungendo il milione di abitanti. La Seconda guerra mondiale vide la città occupata per sei anni dalle truppe tedesche, che fra l’altro distrussero per intero l’antica e popolosa comunità ebraica, pur lasciando in piedi il quartiere del ghetto.
Poi, dopo la guerra, la liberazione e il ritorno alla funzione di capitale – ma di un paese, come si diceva, ‘a sovranità limitata’ sotto la stretta influenza dell’Unione Sovietica: e lo dimostrò la fine della Primavera di Praga (1968), quando le truppe dell’alleanza sovietica repressero un tentativo di riforma del sistema politico cecoslovacco. Gli anni del secondo dopoguerra furono un periodo di grande espansione edilizia, un po’ in tutte le direzioni, e di ancora più intensa industrializzazione.
La città era certamente vincolata all’alleanza sovietica, ma aveva tuttavia sempre una grande attenzione a quanto succedeva in Occidente, soprattutto in Germania e in Austria. Quando il blocco sovietico si sgretolò e la Cecoslovacchia decise di dividersi in due Stati, Praga non poteva che essere la capitale della Repubblica Ceca, ed era già pronta a misurarsi con le grandi città dell’Europa occidentale.
Simbolo della cultura e della storia del popolo ceco, Praga ha conservato con cura i suoi antichi quartieri, che oggi attraggono milioni di turisti perché presentano ancora l’aspetto medievale, rinascimentale e barocco che hanno ricevuto e sedimentato nel tempo.
Molto importanti sono anche il Museo nazionale, che possiede raccolte di scienze e di arte oltre a una grandissima biblioteca, e la ricca Galleria nazionale, che conserva testimonianze artistiche dalla fine del Medioevo fino al Novecento.
L’antica università, fondata nel 1348, è stata affiancata da tre politecnici (a conferma dell’importanza delle attività industriali e degli studi tecnologici). La città vanta anche un’importanza culturale per l’attività editoriale che da tempo vi ha sede e per il gran numero di iniziative, spesso d’avanguardia, che caratterizzano la letteratura, le arti visive e la musica, a fianco di una eccellente tradizione nel teatro di prosa.
Grazie a tutto questo e al clima aperto, colto e cosmopolita che ha conservato, Praga si presenta come una città estremamente vitale, giovane e vivace, nonostante l’aspetto severo di certi spazi pubblici; in compenso, i ritrovi – come i caffé e le famose birrerie – diventano spesso luoghi di scambio e di elaborazione culturale che vale la pena frequentare.