primitivismo
Il sogno del ritorno alle origini
Il primitivismo è la tendenza di personalità e movimenti europei a trarre ispirazione da manifestazioni artistiche e culturali delle cosiddette civiltà primitive, considerate come una leggendaria età dell’oro
La convinzione che la forma più felice di vita sia quella risalente al primo periodo dell’umanità (una mitica età dell’oro), in parte ancora presente nei sopravvissuti popoli primitivi, ha come conseguenza la sfiducia nella civiltà moderna, con il suo progresso tecnologico e le sue istituzioni sociali e politiche. Da qui l’idea di recuperare quella presunta libertà originaria che si identificava con la vita dell’uomo primitivo.
Il fenomeno del primitivismo è, inoltre, una diretta conseguenza del colonialismo. L’insofferenza per la civiltà del progresso e un desiderio di ritorno allo stato di natura si erano già manifestati durante il Romanticismo. Tuttavia, è a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento, con l’incremento degli studi di antropologia e con la costituzione di collezioni di oggetti etnografici, che si sviluppa la tendenza primitivista in arte.
Si è soliti identificare la fuga del pittore Paul Gauguin in Polinesia con l’inizio di questa tendenza. Amareggiato dall’insuccesso delle sue opere a Parigi, il pittore nel 1890 scrive di voler vivere a Tahiti «come un uomo che si ritira dal mondo cosiddetto civile per non frequentare che i cosiddetti selvaggi». Il suo pionieristico primitivismo consiste nel tentativo di accordare i motivi etnici con la tradizio-ne pittorica dell’Ottocento francese. Tuttavia la portata innovativa e rigenerativa delle immagini che arrivavano dalle colonie è compresa soprattutto dall’arte europea del secolo successivo.
All’alba del Novecento a Parigi alcuni artisti, come Georges Seurat e Paul Cézanne, vanno sperimentando nuovi linguaggi figurativi in grado di sostituire il vecchio naturalismo illusionistico, ossia il modo di concepire un quadro come un prolungamento della realtà sulla tela. Allo stesso tempo, si sviluppa la tendenza a rivalutare tutte le forme artistiche anticlassiche etichettate come primitive. Questa definizione abbraccia l’arte egizia, bizantina, tardoantica, medievale fino ai pittori prerinascimentali come Giotto o Masaccio.
Primitivi o neoprimitivi erano infine anche i pittori naïf e Henri Rousseau, detto il Doganiere, acclamato come primitivo moderno. Tutto ciò porta a un allargamento del concetto di arte, e prepara un terreno fertile alla diffusione del primitivismo.
Gli artisti delle avanguardie storiche in Europa hanno riconosciuto nell’arte primitiva una forza in grado di aiutarli a superare la tradizione del naturalismo. Dell’arte primitiva vengono apprezzate soprattutto la semplificazione delle forme, l’assenza di soggetti narrativi e l’esaltazione dei valori plastici (ossia dei volumi) essenziali. Pablo Picasso inizia il recupero dell’arte africana, studiata al museo etnografico di Parigi, interessandosi soprattutto alla deformazione espressiva dei volti. Le semplici geometrie e l’espressività delle maschere tribali attraggono anche i fauves, Henri Matisse e gli espressionisti (espressionismo).
Un caso particolare di primitivismo è rappresentato invece dalle avanguardie russe e dal pittore Kazimir S. Malevič, che fonde le tendenze più moderne dell’arte francese con elementi formali tratti dal folclore locale. I surrealisti invece cercano di cogliere la psicologia alla base della creatività arcaica. Ciò che conta per loro sono l’inconscio e le forze primordiali che guidano gli artisti. Nel secondo dopoguerra molti artisti si sono interessati al mondo primitivo, al linguaggio brutale dei graffiti. Fra questi, Jean Dubuffet, con la sua art brut («arte bruta»), si è ispirato a forme di arte spontanea come quella infantile o dei folli. Negli ultimi vent’anni artisti, come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, nei loro graffiti hanno utilizzato elementi di culture figurative non occidentali. Oggi, fenomeni radicali come il tatuaggio, il piercing e altre pratiche estreme sul corpo sono considerati da alcuni forme di primitivismo moderno.