Scultore greco (sec. 5º a. C.) nato a Samo, ma vissuto a Reggio (Rhègion) in Magna Grecia, dove forse si recò da giovane nel 496 con i profughi samî accolti da Anassilao e dove ebbe come maestro Clearco. Le sue opere più antiche sono una serie di statue atletiche, da quelle di Astilo da Crotone, vittorioso a Olimpia nel 488, 484, 480, 476, e di Eutimo da Locri, vittorioso nel 484, 476, 472, di cui possediamo le basi firmate, a quelle di Protolao da Mantinea, di Dromeo da Stinfalo, di Leontisco da Messina, vincitore nel 456 e 452, di Mnasea da Cirene, vincitore nel 456. Per il figlio di Mnasea, Cratistene, P. eseguì una quadriga bronzea; a Delfi, in gara con Mirone e superandolo, fece la statua di un pancraziaste, a Tebe quella del cantore Cleone. A Taranto al tempo di Cicerone esisteva ancora l'Europa sul toro, molto pregiata; Siracusa possedeva il famoso Filottete ferito. P. fece inoltre un Perseo, un gruppo di Eteocle e Polinice, e un Apollo che uccide Pitone. Nessuna delle sue opere è identificabile con sicurezza; solo possiamo vedere in P. un bronzista dello stile severo peloponnesiaco, poco dicendoci le notizie di Plinio, secondo le quali P. avrebbe per primo figurato vene e nervi e superato Mirone nel modellare le chiome, e quelle di Diogene Laerzio, secondo cui P. avrebbe per primo ricercato il ritmo e la simmetria nelle proporzioni della figura.