Nell’antichità, carro da corsa tirato da quattro cavalli in linea, di cui i due di mezzo affiancati al timone: era costituito da un cassone di legno eretto su due ruote, più o meno adorno di guarnizioni di metallo, senza posti a sedere. La q. era nota in Oriente, agli Etruschi, ai Greci, ai Romani. È attributo di varie divinità, particolarmente solari, di Zeus, Posidone, Plutone tra i Greci, di Giove tra i Romani. A Roma i generali vittoriosi entravano in trionfo su una q. tirata da cavalli bianchi e salivano per la Via Sacra sul Campidoglio per compiere i sacrifici. Come disciplina sportiva, la corsa delle q. fu introdotta dapprima nelle gare di Olimpia (680 a.C.).
Nelle monete delle città greche di Sicilia, soprattutto Siracusa, il motivo della q. si trova frequentemente ripetuto. Nella Roma repubblicana una speciale moneta d’argento aveva il nome di quadrigato. Essa ha come tipi al diritto Giano bifronte giovane e al rovescio Giove fulminatore (o altre divinità) su q. guidata dalla Vittoria. La moneta è un didramma di 6,80 g. La sua cronologia è molto discussa: mentre è comunemente ammessa l’anteriorità delle prime emissioni di quadrigati rispetto a quelle dei denari e dei vittoriati, molto meno accordo vi è sulla loro cronologia assoluta (che oscilla tra il 4° sec. a.C. e la seconda metà del 3°) e sulla possibilità di un’almeno parziale contemporaneità delle emissioni di quadrigati e di denari.