Chimico (Scilla, Reggio di Calabria, 1813 - Torino 1865). Laureatosi in medicina, studiò chimica con Dumas a Parigi, dove realizzò importanti ricerche sulla salicina. Fu docente di chimica all'univ. di Pisa, dove ebbe fra i suoi allievi C. Bertagnini e S. Cannizzaro, e in seguito all'univ. di Torino. P. intuì che molte fra le sostanze più complesse della chimica organica dovevano risultare dalla condensazione di molecole più semplici per eliminazione di acqua e che meglio che vincolare lo sviluppo della chimica organica con l'impaccio di questa o quella teoria dei tipi, era meglio aíirontare lo studio delle sostanze complesse da questo punto di vista. Egli osò anche affrontare con tali criteri lo studio delle molecole proteiche, ricerca sproporzionata alle cognizioni dell'epoca, riuscendo però a identificare la tirosina fra i prodotti di demolizione delle proteine. Notevoli sono anche le ricerche sull'asparagina e sull'acido aspartico che egli poté trasformare per azione dell'acido nitroso in acido malico dando così un metodo generale per passare dagli amminoacidi agli ossiacidi.
Studiò medicina all'università di Napoli, ma poi si appassionò per le ricerche chimiche e a ventitré anni andò a Parigi dove conobbe J.-B. Boussingault, J.-B. Dumas e altri celebri chimici dell'epoca; fu accolto dal Dumas nel suo laboratorio e iniziò con lui alcune ricerche. Ma ben presto cominciò a lavorare di sua iniziativa e nel 1837 iniziò i suoi lavori sulla salicina, già scoperta da Leroux, utilizzata in farmacia, sulla composizione della quale poco si sapeva. Prof. nell'univ. di Pisa (dal 1842), poi (1856) di Torino; a Napoli fu segretario della luogotenenza e ministro della Pubblica Istruzione (1860-61). Con C. Matteucci fondò il Nuovo Cimento.
Dedicò molte energie alla creazione di una scuola chimica italiana ed ebbe numerosi allievi e collaboratori, tra cui C. Bertagnini e S. Cannizzaro. Notevoli furono le sue ricerche in chimica organica riguardanti la preparazione di nuovi composti a partire da sostanze di origine vegetale quali la salicina, l'asparagina, la populina; in partic., per idrolisi della salicina, ottenne l'aldeide salicilica e da essa preparò l'acido salicilico; durante i suoi lavori sull'asparagina scoprì che l'acido nitroso era in grado di trasformare il gruppo ammidico o il gruppo amminico primario in un gruppo ossidrilico con svolgimento d'azoto e ciò fu utilizzato in seguito per la determinazione quantitativa dell'azoto amminico; mise a punto un metodo per la preparazione delle aldeidi dagli acidi per riduzione dei loro sali di calcio con formiato di calcio e ottenne in tal modo l'aldeide benzoica, la cinnamica e l'anisica. Col nome di reazione di P. è noto un metodo di preparazione degli acidi arilsulfammici (come l'acido solfanilico) per reazione dei nitroderivati aromatici con solfito di sodio e per successivo trattamento a caldo del prodotto ottenuto con acido cloridrico. Tra i suoi testi va menzionato un Trattato elementare di chimica organica (1841) che ebbe cinque edizioni.