Comune della prov. di Macerata (102,8 km2 con 21.338 ab. nel 2008). La cittadina è situata a 293 m s.l.m. su una dorsale collinare tra le basse valli dei fiumi Musone e Potenza. Importante centro agricolo e commerciale, con attività industriali nei settori metalmeccanico, del legno, della plastica e degli strumenti musicali.
Castello fortificato nel Tardo Impero, durante la guerra greco-gotica fu assediata e occupata da Teia; poco dopo fu riconquistata da Narsete (553). Passata ai Longobardi, fu compresa nella donazione confermata alla Chiesa da Carlomagno nel 774. Nella seconda metà dell’11° sec. il Comune contrastò il primato a Osimo fino alla pace del 1199, confermata dall’accordo stipulato fra le città delle Marche nel castello di Polverigi (1203). Nel 1229 Federico II le conferì vari privilegi; nel 1240 Gregorio IX le diede il titolo di città e la sede vescovile. Alleata di Manfredi nel 1263, papa Urbano IV le tolse la diocesi, restituita nel 1289. Sollevatasi contro i papi nel 1320, fu privata di nuovo della diocesi, restituita nel 1357 unita a Macerata. Gregorio XII vi pose la sede del vicariato delle Marche e istituì un’importante fiera annuale. Risolta da papa Clemente VIII a suo sfavore la vertenza giurisdizionale con Loreto, alla cui sede episcopale fu unita quella recanatese (1592), la città perse gradatamente la sua antica importanza. Occupata nel 1797 e ancora nel 1798-99 dai Francesi, fu annessa al Regno d’Italia nel 1860.
La città, che ha prevalente sviluppo longitudinale, conserva traccia delle antiche mura e porte; i monumenti principali sono: la chiesa di S. Agostino, costruita nel 14° sec., con interno settecentesco di Ferdinando Bibiena e chiostro gotico; la chiesa di S. Domenico del 14° sec. con bel portale del 1481 (all’interno affresco di L. Lotto); la Cattedrale, originaria del 14° sec., ma più volte rimaneggiata; la torre civica (12° sec.) e numerosi palazzi di epoca rinascimentale e barocca. Nelle vicinanze è la chiesa romanica di S. Maria di Castelnuovo. Notevoli il Museo diocesano e la Pinacoteca (nel Palazzo comunale) che conserva opere di L. Lotto.
R. vive soprattutto delle memorie legate alla vita e alle opere di G. Leopardi che vi ebbe i natali (palazzo Leopardi, con la biblioteca di famiglia, ricca di oltre 20.000 volumi, con autografi del poeta, cimeli e una raccolta di stampe; piazzetta del Sabato del villaggio; colle dell’Infinito ecc.); a R. ha sede anche un Centro nazionale di studi leopardiani.