Dieta imperiale tedesca, che si sviluppò a partire dal Consiglio della corona all’epoca di Enrico I (m. 936). Dal 12° sec. entrarono a farne parte principi del regno (Reichsfürsten) e nobili liberi (Edelfreie); dal 15° sec. vi parteciparono anche i deputati della borghesia cittadina. In seguito alla riforma costituzionale di Massimiliano I (1495) fu diviso in 3 collegi: dei principi elettori (Kurfürsten); dei principi laici (126) ed ecclesiastici (68); delle città imperiali (Reichstädte), in tutto 51. Dopo il congresso di Vestfalia (1648) i suoi componenti risiedettero stabilmente a Ratisbona, quali rappresentanti diplomatici, di fatto, degli Stati dell’Impero.
Ricostituitosi a Versailles il Deutsches Reich (1871), l’assemblea rappresentò elettivamente il popolo tedesco, assolvendo la funzione di massima garanzia legislativa del principio politico unitario, contrapposto al federalistico Bundesrat.
Nella repubblica di Weimar (1918-33) il R. accentuò democraticamente, a detrimento del potere esecutivo, la sua funzione di massima istanza politica dello Stato (suffragio universale, maschile e femminile). Il nazionalsocialismo di A. Hitler, dopo averne spezzata la resistenza con l’incendio del palazzo del Parlamento a Berlino (27 febbraio 1933), mantenne in vita il R. come rappresentanza corporativa e puramente formale del paese, fino al crollo del regime.