Città della Germania (64.938 ab. nel 2008), nel Land della Turingia, 25 km a E di Erfurt, presso la riva sinistra dell’Ilm (affluente della Saale), in una regione ridente, ricoperta da boschi. La città è tuttora in parte cinta con mura e fossati ed è un centro culturale di notevole rilievo, con modeste attività industriali e commerciali.
Ricordata dal 975, fu residenza di Ottone II. La città fu fondata, accanto alla rocca, dal conte di Orlamünde, sotto il cui dominio rimase sino al 1372. Passata ai Wettin, nella divisione territoriale del 1485 andò con la Turingia al ramo ernestino. Nel 1547, divenne capitale del ducato di Sassonia-W. e residenza del duca Giovanni Federico, alla cui morte (1554) divenne sede della linea W. risalente a Giovanni Guglielmo I e al figlio Giovanni. Nonostante la guerra dei Trent’anni, nella prima metà del 17° sec. conobbe un notevole sviluppo. Agli inizi del 18° sec. vi si sviluppò una grande attività edilizia promossa dal duca Ernesto Augusto. La duchessa Anna Amalia, reggente per Carlo Augusto, vi istituì (1758) la «corte delle Muse» (Musenhof), che ebbe sede nel suo palazzo anche quando il figlio assunse il governo (1775). Nel 1772 a W. fu chiamato C. Wieland come precettore dei principi; nel 1775 vi si trasferì W. Goethe e qualche tempo dopo J.G. Herder; nel 1799 vi si stabilì definitivamente J.G.F. Schiller. Schieratosi nel 1806 il duca Carlo Augusto dalla parte della Confederazione del Reno, W. fu occupata più volte dai Francesi. La morte del duca Carlo Augusto (1828) e quella di Goethe (1832) segnarono la fine della gloriosa fioritura culturale. Quando fu decisa nel 1920 la fusione degli Stati turingi in uno Stato unitario, W. divenne capitale del nuovo Stato di Turingia.
Assemblea di W. Caduto in Germania l’Impero e proclamata la Repubblica (9 novembre 1918), il potere fu assunto da un Consiglio dei delegati del popolo, composto da socialisti maggioritari e socialisti indipendenti, che con ordinanza del 30 novembre 1918 stabilì l’elezione a suffragio universale (esteso anche alle donne) di un’Assemblea costituente. Le elezioni, che ebbero luogo il 19 gennaio 1919, dopo la repressione della rivolta spartachista, segnarono la sconfitta dei socialisti indipendenti, mentre il successo dei maggioritari non fu tale da consentire loro di governare da soli. Come sede dell’Assemblea costituente fu scelta Weimar. Aperta il 6 febbraio 1919, l’assemblea l’11 febbraio elesse presidente provvisorio del Reich il socialista F. Ebert. I cattolici e i democratici entrarono nel gabinetto di coalizione costituito dal socialista maggioritario P. Scheidemann. Fu subito approvato un progetto provvisorio di Costituzione compilato dal ministro degli Interni, il democratico H. Preuss. Aggiornatasi il 30 marzo, l’assemblea si riunì il 12 maggio a Berlino, dove, dopo solenni proteste, approvò il trattato di pace di Versailles; rientrata a W. il 31 luglio, votò il progetto di Costituzione elaborato da Preuss. I partiti della coalizione governativa furono da allora indicati come partiti di Weimar. L’assemblea, con la funzione provvisoria di Reichstag, si trasferì il 30 settembre a Berlino. Si sciolse solo dopo il fallito Putsch di W. Kapp, il 21 maggio 1920. La Repubblica che ebbe vita tra il 1919 e l’avvento di A. Hitler nel 1933 è così chiamata Repubblica di W. (➔ Germania).