Si intende per stile nominale uno stile (soprattutto nella lingua scritta) in cui la scelta del nome, unita a quella dell’aggettivo e dei verbi in modi non finiti (➔ modi del verbo), prevale sulla scelta [...] al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli, a cura di G.L. Beccaria & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, pp. 179-204 alcuni tipi di testo, a cura di A. Ferrari, Firenze, Cesati, pp. 217-244.
Mortara Garavelli, Bice (1971), Fra norma ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] comune, specie nelle comunicazioni del cittadino con gli uffici pubblici (cfr. Beccaria 1988: 168-177; Mengaldo 1994: 60-61, 64-65, unita, Roma-Bari, Laterza (1a ed. 1963).
Garelli, Cesare (1968), La burolingua quotidiana. Appunti per un’indagine sul ...
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Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] essere nella fossa dei leoni, essere un calvario, dare a Cesare quel che è di Cesare, passare dalle stelle alle stalle, lavarsene le mani, essere un sepolcro imbiancato (si veda anche Beccaria 20012);
(b) le favole (Esopo, Fedro, Aviano, La Fontaine ...
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Un enunciato viene definito nominale quando non è costruito attorno a una forma verbale coniugata, come in (1) (un esempio orale) e in (2) (un esempio scritto):
(1) LUC: sabato mattina / all’undici / eccotelo [...] del 1909) in Francia, in Russia, e un po’ dappertutto (Cesare Segre, in Ferrari 2009: 192)
oppure attorno a un nome Scritti in onore di Bice Mortara Garavelli, a cura di G.L. Beccaria & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, pp. 179 ...
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Melchiorre Cesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] portò in versi sciolti due tragedie di Voltaire, Il Cesare e Il Maometto, uscite in un unico volume nel La parola al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli, a cura di G.L. Beccaria & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2 voll., vol. 1 ...
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Aleramo, Sibilla & Campana, Dino (2000), Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918, a cura di B. Conti, Milano, Feltrinelli.
Asor Rosa, Alberto (2002), L’alba di un mondo nuovo, Torino, Einaudi.
Bachelard, [...] L’informazione, in Alfieri & Bonomi 2008, pp. 23-96.
Beccaria, Gian Luigi (1973), Il linguaggio giornalistico, in Id. (a cura di ’A.I.S.L.L.I. a cura di S. Vanvolsem et al., Firenze, Cesati, 3 voll., vol. 1º, pp. 133-146.
Roggia, Carlo E. (2009), ...
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L’italiano parlato a Torino condivide, con differenze diafasiche (➔ variazione diafasica), diastratiche (➔ variazione diastratica) e di frequenza d’uso, i principali tratti regionali delle varietà settentrionali. [...] molte opere di scrittori piemontesi quali Giovanni Faldella, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Primo Levi (La chiave al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli, a cura di G.L. Beccaria & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2 voll., vol. ...
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La sillepsi (o sillessi, dal gr. sýllēpsis «il prendere insieme», calcato in lat. con conceptio) designa un insieme di figure retoriche variamente denominate nella tradizione retorica classica (➔ retorica).
In [...] seguito un elenco (esempi da Mortara Garavelli 1988: 133; Beccaria 1989: ad vocem «sillessi»):
(a) la concordanza a prima per indicare chi parla (24) o chi ascolta (25):
(24) Cesare in gran fretta partì da Roma a marce forzate
(25) il signore si ...
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L’aggettivo sostantivato è una sottoclasse delle ➔ parti del discorso costituita da ➔ nomi che sono formalmente e diacronicamente ➔ aggettivi, e che per un processo di transcategorizzazione hanno cambiato [...] il segno di un rispetto che la induceva a credersi lei l’eletta, e la veramente amata (Pratolini 1988: 60).
Beccaria, Cesare (2010), Dei delitti e delle pene, introduzione e note di G. Armani, Milano, Garzanti.
Calvino, Italo (1993), Fiabe italiane ...
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panumano
agg. Che è di tutta l’umanità, di ogni essere umano. ◆ Occorre superare il concetto di lingua come «territorio» e pensare a quel più largo orizzonte di coscienza che ha portato, attraverso l’italiano (da [Cesare] Beccaria a Primo...